Nuova tassa comunale: se apri un’attività sono 39.825€, obbligatoria o rimani chiuso | Peggio del pizzo

Tabacchi - fonte social - palermolive.it

Aprire una tabaccheria in Italia, requisiti, licenza e costi da sostenere: una concessione sotto controllo dello Stato

In Italia, per vendere tabacchi come sigarette, sigari o tabacco sfuso, è necessario ottenere una licenza di rivendita di generi di monopolio, comunemente chiamata concessione o patente tabacchi. Si tratta di un titolo autorizzativo rilasciato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che vigila sul rispetto delle normative e sulla distribuzione territoriale. Secondo gli ultimi dati disponibili, oggi sono attive circa 54.000 licenze di tabaccheria, anche se negli ultimi anni si è registrato un lieve calo a causa di chiusure e fusioni.

Se da un lato il numero delle licenze si è ridotto, dall’altro le tabaccherie si sono evolute, trasformandosi in veri e propri punti multiservizi. Accanto alla vendita dei prodotti tradizionali, sempre più rivenditori offrono pagamenti digitali, servizi postali, ricariche telefoniche, biglietti per il trasporto pubblico e gadget di vario tipo. Questa diversificazione ha reso l’attività più resiliente, consentendo di attrarre clientela oltre i soli consumatori di tabacco.

Uno dei primi vincoli per aprire una tabaccheria riguarda la distanza dalle altre rivendite. La legge stabilisce una metratura minima da rispettare, che varia a seconda della popolazione del Comune: nei centri con meno di 30mila abitanti la distanza minima è di 300 metri, in quelli tra 30mila e 100mila è di 250 metri, mentre nelle città oltre i 100mila abitanti è sufficiente mantenere 200 metri. Nei piccoli comuni si applica anche il criterio demografico, secondo cui è ammessa una tabaccheria ogni 1.500 abitanti, con alcune eccezioni se si superano i 600 metri di distanza tra due punti vendita.

Oltre alla distanza, lo Stato verifica la redditività della nuova apertura. Prima di concedere una licenza, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli controlla i dati delle tre tabaccherie più vicine. Se l’aggio, cioè la parte di ricavo netto spettante al rivenditore, non raggiunge determinati valori minimi, la nuova concessione non viene rilasciata. Questo sistema serve ad evitare una distribuzione eccessiva che comprometterebbe la sostenibilità delle attività già esistenti.

La procedura di domanda

Per avviare l’iter, occorre innanzitutto individuare un locale che rispetti le condizioni previste. A quel punto, l’interessato deve compilare e presentare la domanda all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli entro il 31 marzo di ogni anno, allegando i dati personali, la posizione del locale e le informazioni sulle tabaccherie già presenti nelle vicinanze. Dopo le valutazioni preliminari, ogni sei mesi viene stilato un piano provvisorio delle nuove aperture, poi reso definitivo dopo venti giorni di eventuali osservazioni.

L’assegnazione delle licenze avviene con modalità diverse in base alla dimensione del Comune. Nelle città con più di 30mila abitanti si procede tramite asta pubblica, mentre nei centri più piccoli si utilizza un concorso che prevede preferenze per determinate categorie, come invalidi di guerra, vedove o invalidi per cause di lavoro. In caso di parità di titoli prevale chi ha il maggior carico familiare, mentre nei casi senza concorrenza si può procedere con trattativa privata.

Sigarette – fonte social – palermolive.it

La formazione obbligatoria

L’ottenimento della licenza non conclude l’iter. Il nuovo titolare è infatti tenuto a partecipare a un corso di formazione specifico, volto a fornire competenze pratiche e normative per la gestione della tabaccheria. Si tratta di un passaggio obbligatorio che sancisce l’entrata effettiva nel circuito delle rivendite autorizzate, garantendo che l’attività sia condotta nel rispetto delle regole.

Avviare una tabaccheria comporta un investimento iniziale rilevante. Le spese maggiori riguardano il locale, che deve avere una metratura minima di 30 metri quadrati e rispettare i parametri previsti dalla legge. Tra affitto, caparra, utenze e prime spese immobiliari si stimano circa 35mila euro. A questi si aggiungono circa 10mila euro per arredamenti ed espositori, 5mila euro di spese burocratiche, 700 euro per il corso di formazione e almeno 15mila euro di merce iniziale. Complessivamente, l’investimento medio per aprire una tabaccheria si aggira intorno ai 66mila euro.