Bibite ghiacciate in 10 secondi: una manciata di sale e addio freezer | Stregoneria incredibile, le ritrovi solidificate

Bottiglia nel ghiaccio - fonte pexels - palermolive.it

Il “trucco” del sale, quando la fisica diventa magia: acqua e ghiaccio, la combinazione di base per avere bibite fredde in poco tempo

Chi non ha mai sentito dire che “basta un po’ di sale” per far raffreddare le bevande più velocemente? A prima vista può sembrare una sorta di magia da cucina, ma dietro a questo fenomeno c’è la scienza, e più precisamente la fisica. Scopriamo insieme perché il sale è in grado di trasformare un semplice secchiello di acqua e ghiaccio in un sistema di raffreddamento rapidissimo.

Per raffreddare una bottiglia si pensa subito al ghiaccio. A zero gradi Celsius, i cubetti assorbono calore dalle bevande, abbassandone la temperatura. Tuttavia, il ghiaccio da solo ha un limite: tocca la superficie della bottiglia solo in pochi punti. Ecco perché conviene aggiungere acqua al secchiello, così da garantire un contatto uniforme con il vetro. Dopo pochi minuti, l’acqua stessa si porta a zero gradi e accelera lo scambio termico.

Quando aggiungiamo il sale, accade qualcosa di particolare: si modifica il punto di congelamento dell’acqua. Normalmente questa ghiaccia a zero gradi, ma con la giusta concentrazione di sale la temperatura di congelamento scende fino a -21 gradi. È il cosiddetto abbassamento crioscopico, un fenomeno che rende possibile ottenere un liquido molto più freddo dell’acqua pura, capace di raffreddare le bevande in tempi record.

La dissoluzione del sale in acqua non è un’operazione neutra: richiede energia. Si tratta infatti di un processo endotermico, che “chiede” calore al sistema circostante per avvenire. In pratica, quando il sale si disperde nell’acqua, sottrae energia termica alla soluzione, contribuendo a ridurne ulteriormente la temperatura. È questa sottrazione di calore a rendere il mix di acqua, ghiaccio e sale così efficace.

Perché il sale sulle strade ghiacciate

Lo stesso principio spiega perché in inverno si sparge il sale sulle strade innevate o ghiacciate. L’aggiunta di sale abbassa il punto di congelamento dell’acqua, facendo sì che il ghiaccio si sciolga anche se la temperatura esterna è inferiore allo zero. Un’applicazione pratica della fisica che migliora la sicurezza stradale, sfruttando lo stesso fenomeno che usiamo per avere bibite fresche in estate.

La domanda classica riguarda anche la cucina: quando è meglio aggiungere il sale all’acqua della pasta? Dal punto di vista scientifico, il sale alza il punto di ebollizione, fenomeno noto come innalzamento ebullioscopico. Tuttavia, la quantità usata in cucina è troppo ridotta per modificare sensibilmente i tempi di cottura. Anzi, inserirlo a bollore già avvenuto può causare la formazione di schiuma indesiderata. È quindi preferibile aggiungere il sale prima che l’acqua inizi a bollire.

Salare l’acqua per ghiacciare – fonte pexels – palermolive.it

Raffreddare sotto zero

Nel caso delle bevande, la miscela di acqua, ghiaccio e sale riesce a scendere sotto zero. In queste condizioni, una bottiglia immersa nel secchiello viene raffreddata molto più rapidamente che con il solo ghiaccio. È un sistema semplice e naturale, ma capace di spiegare in modo concreto i principi termodinamici che regolano il trasferimento di calore.

Per ottenere il massimo risultato, è importante calibrare bene gli ingredienti. La proporzione ideale prevede circa 300 grammi di sale per litro d’acqua, con una buona quantità di ghiaccio sempre presente nel contenitore. Più ghiaccio si ha, più a lungo il sistema riuscirà a mantenere temperature basse. Con questo mix, la fisica diventa alleata delle nostre serate estive, trasformando una teoria scientifica in un trucco pratico da sfruttare a tavola.