Sei mesi di COMFAM, il comitato al fianco dei familiari delle vittime di presunta malasanità

L’intervista al presidente Vincenzo Palazzolo

COMFAM

Sei mesi fa a Palermo è nato COMFAM, Comitato Familiari e Amici delle Vittime di (presunta) malasanità all’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. Il Comitato ha lo scopo di offrire supporto e vicinanza alle persone che si dovessero trovare nella condizione di perdita di un familiare in quell’ospedale ed evidenziare alla pubblica opinione il fenomeno e le sue conseguenze sulle persone coinvolte sia nell’immediato che nel prosieguo quando cessata l’attenzione dei media si resta soli ad affrontare il problema, talvolta, senza disporre delle necessarie risorse economiche ed emotive e trovandosi di fronte una controparte ben attrezzata a schivare qualunque rivendicazione.

A distanza di sei mesi abbiamo intervistato il presidente di COMFAM, Vincenzo Palazzolo per in primis fare un bilancio sull’attività svolta. “Ovviamente parliamo di un bilancio operativo e non economico – precisa Palazzolo – in quanto non avendo il comitato alcun scopo di lucro non abbiamo movimentato nessun tipo di risorse. Intanto possiamo dire che quando abbiamo cominciato eravamo solo quattro e adesso siamo quarantotto: gli aderenti sono familiari e amici di cinque vittime di presunta malasanità. Abbiamo fatto soprattutto un lavoro di ricerca per capire meglio le caratteristiche di questo fenomeno che pur avendo una certa consistenza per il numero di casi che si verificano ogni anno a livello nazionale e in misura più che proporzionale a livello locale non ha in corrispettivo la stessa attenzione mediatica rispetto ad altri fenomeni che comportano la perdita di vite umane per colpa di un’altro soggetto. Sostanzialmente abbiamo fatto un lavoro di documentazione abbiamo creato un sito web con una copiosa rassegna stampa che da al lettore un idea precisa di quello che accade nel nostro ospedale di riferimento. Ma soprattutto parliamo di questa tematica non fra di noi, perché parlare dei propri drammi senza porsi il problema di tediare l’interlocutore è molto importante e inoltre parliamo con la gente, quelli che per loro fortuna non hanno mai avuto occasione di affrontare un problema simile; i risultati sono molto lusinghieri e ci motivano ad andare avanti.

Gli obiettivi per i prossimi sei mesi? Palazzolo ha le idee chiare: “Vogliamo continuare il lavoro di ricerca cercando di pervenire entro l’anno a formulare delle proposte che possano stimolare agli organi competenti la volontà di volere affrontare il fenomeno in maniera concreta, cominciando da un monitoraggio più attento di ciò che accade dietro le porte chiuse delle sale dei pronto soccorso, delle sale operatorie e delle corsie degli ospedali da parte di organismi terzi. E poi delle soluzioni per i familiari delle vittime che si trovano improvvisamente a dovere affrontare numerosi problemi il più delle volte di portata superiore alle loro possibilità di sopportazione sia sotto il profilo economico che dal punto di vista emotivo”.

Quello che offre il COMFAM a chi decide di aderire è semplice, come spiega Palazzolo: “Non siamo certamente lo sportello di accesso a studi legali, di medicina legale o specialistica che sono i primi ostacoli da superare quando si entra in questo girone ma come evidenzia chiaramente il nostro statuto offriamo supporto e vicinanza ai familiari che in tal modo si rendono subito conto innanzitutto di non essere gli unici che sono stati colpiti da una tale disgrazia, poi di avere delle persone disposte ad ascoltarle senza mostrare insofferenze e poi fornire loro, caso per caso, le indicazioni più adatte sull’opportunità di mettere in atto un procedimento finalizzato ad avere giustizia e infine la massima disponibilità per contribuire a trovare soluzioni a problemi generatisi in conseguenza della vicenda nefasta”.

Tra le persone che hanno aderito a COMFAM c’è Nunzio Moschetti, la cui moglie Piera Figuccia è deceduta ad agosto del 2019 per un presunto caso di malasanità all’ospedale Villa Sofia. Tuttora è in corso un processo. “Il COMFAM è un comitato senza fini di lucro e nato dall’adesione spontanea di familiari delle vittime di presunta mala sanità e di volontari simpatizzanti. Siamo quindi tutti volontari con lo scopo, come da statuto, di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione sanità – spiega a Palermo Live Moschetti – ed essere un pungolo per chi è preposto a guidare la sanità pubblica. Lo statuto si prefigge di dare voce ai familiari superstiti e prescrive iniziative per manifestare vicinanza, conforto, e consigli ai familiari il più delle volte soli ad affrontare un tempo difficile della loro vita. Per questi presupposti ho voluto aderire e collaborare attivamente al comitato”.

Il Comitato si può contattare per e-mail: comitato@comfam.it o per tel.: 392 686 1069