Rapina e sequestro di persona a Palermo, nel mirino un giovane imprenditore: due arresti
La Polizia di Stato ha eseguito nei giorni scorsi l’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere per S.A, classe 76, e S.A., classe 2005, ritenuti gravemente indiziati, in concorso con R.P e V.V. (gravati da precedenti di polizia e già sottoposti ad analoga misura restrittiva per il fatto in argomento) di rapina pluriaggravata, sequestro di persona e ricettazione. Il provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Palermo è stato eseguito dal personale della Sezione Antirapina della Squadra Mobile di Palermo, su delega della locale Procura della Repubblica.
Rapina e sequestro di persona
L’attività investigativa trae origine dal grave evento delittuoso verificatosi nel capoluogo lo scorso 30 novembre, quando un giovane imprenditore palermitano veniva sequestrato da R.P., V.V. e S.A. mentre si trovava a bordo della sua auto, che veniva bloccata utilizzando un altro veicolo.
La vittima era stata quindi costretta dai malviventi a condurli nella sua abitazione, dove aveva consegnato una cospicua somma di denaro, numerosi oggetti di valore e armi legittimamente detenute, poi rivenuti da personale della Polizia di Stato che arrestava in flagranza i predetti R.P. e V.V.
Le indagini
L’attività di indagine volta all’individuazione degli altri complici di R.P. e V.V., coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali ed è stata corroborata da perquisizioni e dall’analisi di tabulati telefonici e di immagini registrate da numerosi impianti di videosorveglianza, a riscontro di dichiarazioni rese della persona offesa.
È stato così possibile rassegnare all’A.G. procedente risultanze dimostrative di gravi indizi di colpevolezza a carico del giovane S.A., classe 2005, quale partecipe alle fasi preparatorie, organizzative ed esecutive del grave fatto di reato, e di S.A. quale coautore, insieme agli altri complici arrestati in flagranza, del materiale sequestro della vittima, la cui abitazione ed i cui spostamenti erano già stati monitorati dagli indagati.
Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.
