“La pietà di Gaza”, il trittico di Paolo Pellegrin in mostra all’Università di Palermo

Membro dell’agenzia Magnum Photos dal 2005, Pellegrin è conosciuto per i suoi reportage umanistici, capaci di restituire con forza narrativa la sofferenza e la resilienza umana. “La pietà di Gaza” raccoglie tre scatti in bianco e nero che raccontano storie di sopravvivenza nel contesto drammatico della Striscia di Gaza, definita spesso una “prigione a cielo aperto”. L’opera è stata inaugurata martedì 10 giugno, alle ore 16, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo (via dell’Università 1).

Uno dei volti del trittico è quello di Maram Khassim, una bambina di cinque anni sopravvissuta a un bombardamento che ha distrutto la sua casa. Data inizialmente per morta, è stata salvata grazie all’intuizione della madre, che ha percepito un debole movimento del dito della figlia mentre era già avvolta in un sudario. Dopo il trasferimento in ospedale ad Abu Dhabi, Maram oggi cammina di nuovo e ha recuperato parzialmente la vista. Pellegrin la ritrae con una luce radente, distesa tra le braccia della madre, in una composizione che richiama esplicitamente l’iconografia della Pietà.

L’incontro sarà introdotto dalla curatrice del progetto, Alessandra Borghese. Interverranno anche Paolo Inglese, delegato del rettore, i professori Michelangelo Gruttadauria e Diego Mantoan, e la ricercatrice Chiara Giubilaro, oltre allo stesso fotografo.

Il progetto è promosso dalla Fondazione Ghenie Chapels, realtà impegnata nel mecenatismo artistico, in collaborazione con l’Università di Palermo. Una testimonianza visiva di dolore e speranza, che invita alla riflessione sulla condizione umana nei territori martoriati dal conflitto.