La scoperta di un ricercatore palermitano: sconfiggere il coronavirus con uno spray

La scoperta è stata fatta da due team di ricercatori europei alla guida il palermitano Giuseppe Balistreri. Per infettare le cellule, il Sars-CoV-2 sarebbe in grado di utilizzare il recettore neuropilina, presente in molti tessuti del corpo umano

Una equipe guidata da Giuseppe Balistreri, un palermitano doc di 42 anni professore di virologia molecolare all’università di Helsinki, ha fatto una scoperta che potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al coronavirus. È imminente infatti  la sperimentazione di un farmaco, possibilmente uno spray nasale o via aerosol, che potrebbe bloccare il diffondersi del virus nell’uomo. Il professore Balistreri, che si è laureato a Palermo ed ha lasciato la Sicilia nel 2004, è stato intervistato dal  Giornale di Sicilia.

DA PALERMO A ZURIGO, E POI  AD HELSINKI 

«Mi sono trasferito qui per lavoro – ha raccontato. – Dopo il dottorato mi sono spostato in Svizzera, a Zurigo, dove ho lavorato per tre anni e mezzo con Ari Helenius, uno dei virologi più esperti al mondo, per capire come i virus riescono a entrare nei tessuti che infettano. La nostra scoperta parte dagli studi di colleghi su proteine che hanno la capacità di penetrare nelle masse tumorali in maniera da migliorare gli effetti della chemioterapia. Poi è scoppiata la pandemia e gli esperimenti si sono concentrati sui Coronaviurs».

BALISTRERI SPIEGA LA SCOPERTA

Il professore Balistreri ha spiegato che studiando il coronavirus, i ricercatori hanno scoperto che il virus di solito  per aprire la porta delle cellule e iniziare a replicarsi nell’organismo si lega al recettore  Ace2 in particolare. Ma ci sarebbe anche un’altra “serratura” che consentirebbe alla Sars-CoV-2 di accedere a diversi tessuti, cervello incluso. Si tratta di una proteina collocata sulla superficie cellulare e si chiama neuropilina-1.

INTERROMPERE IL LEGAME FRA IL VIRUS E LA NEUROPILINA 

«Noi vogliamo usare le conoscenze acquisite per intervenire ─ ha continua a spiegare Balistreri ─, creando  nuovi metodi bloccare il sistema di trasporto virale, ovvero delle molecole che interrompendo il legame tra il virus e la neuropilina facciano da tappo all’infezione. In laboratorio siamo già riusciti a interrompere questo passaggio dimezzando la carica virale con degli anticorpi ma per una vera terapia dobbiamo trovare il modo di fermare le proteine spike del Coronavirus». 

FASE PRE-CLINICA MOLTO PROMETTENTE

Infine il virologo palermitano ha precisato  a che punto stia il percorso di ricerca  della sua equipe: «In laboratorio ci siamo già riusciti creando alcune molecole sintetiche che nelle nostre sperimentazioni in vitro bloccano l’infezione al 100 per cento. In futuro bisognerà vedere come sarà la risposta di questa nuova classe di antivirali: ancora siamo in una fase pre-clinica molto precoce ma anche molto promettente. Nei prossimi mesi ─ ha continuato Balistreri ─, potremmo arrivare alla validazione sperimentale di una nuova medicina, spero in futuro compatibile con la somministrazione attraverso il naso o per aerosol, che potrebbe fermare la malattia ai primi sintomi e che potrebbe essere usata dagli operatori sanitari, in famiglia o dalle persone più fragili per prevenire o limitare al massimo un’eventuale contagio».