Visite specialistiche low cost: con il trucchetto dell’intramoenia paghi sempre 2 spicci | La prenoti in ospedale per il giorno dopo

Visite specialistiche - fonte pexels - palermolive.it
Intramoenia, la sanità “privata” nel pubblico: una riflessione necessaria e un sistema che genera disuguaglianze
In Italia, ogni conversazione sulla sanità pubblica finisce inevitabilmente per toccare il tasto dolente dei tempi di attesa. Non è raro che, parlando di una visita specialistica o di un esame diagnostico, qualcuno proponga la via dell’intramoenia come scorciatoia efficace: “vai in intramoenia, lì ti visitano subito”. Ma cosa significa realmente questa possibilità? E soprattutto, che impatto ha sul sistema sanitario nazionale?
Con il termine intramoenia (o ALPI, Attività Libero Professionale Intramuraria) si indica la possibilità, prevista dalla normativa, per i medici del Servizio Sanitario Nazionale di esercitare attività libero-professionale all’interno delle strutture pubbliche, al di fuori del proprio orario di lavoro. In questo regime, i cittadini pagano interamente la prestazione, senza ticket o esenzioni, ma possono beneficiare di tempi di attesa molto più brevi e della facoltà di scegliere il professionista.
Secondo un recente rapporto dell’Agenas, nel 2022 sono state quasi cinque milioni le prestazioni erogate in regime intramoenia, pari all’8,25% di quelle offerte in regime istituzionale. Le prestazioni più frequenti sono state le visite cardiologiche, ginecologiche e ortopediche, con una spiccata variabilità tra regioni. Colpisce però un dato in particolare: l’intramoenia è più frequente proprio dove il numero di prestazioni istituzionali è già elevato. Ciò suggerisce che non si tratti di un’alternativa per sopperire alle carenze del servizio pubblico, ma di un’aggiunta per chi può permettersela.
Il principio fondante del Servizio Sanitario Nazionale è l’universalità: garantire cure a tutti, indipendentemente dal reddito. L’intramoenia rompe questo equilibrio, introducendo una corsia preferenziale per chi può pagare. La possibilità di scegliere il medico e i tempi più rapidi non sono concessi a chi si affida al percorso istituzionale, creando così un’inevitabile disparità nell’accesso alle cure.
L’efficacia sull’abbattimento delle liste d’attesa
L’obiettivo originario dell’intramoenia era contribuire a ridurre le liste d’attesa, ma secondo Agenas questo traguardo è stato mancato. Considerato che l’ALPI rappresenta solo una piccola parte dell’attività complessiva e che è maggiormente diffusa proprio dove la sanità pubblica è più efficiente, è difficile sostenere che rappresenti una soluzione strutturale al problema. Al contrario, il rischio è che si alimenti la percezione che “per farsi curare in tempi decenti bisogna pagare”.
Un altro punto critico è la cosiddetta “intramoenia allargata”, cioè quella svolta in strutture esterne, spesso private convenzionate. In questi casi, la distanza con la sanità privata vera e propria si assottiglia pericolosamente, lasciando spazio al dubbio che l’intramoenia possa diventare una via per drenare risorse e pazienti dal pubblico al privato, sotto l’apparente ombrello del SSN.
L’equilibrio tra diritti dei cittadini e interessi dei medici
Non va ignorato, tuttavia, il punto di vista dei professionisti sanitari. Per molti medici l’intramoenia rappresenta un’opportunità per integrare stipendi spesso considerati inadeguati, soprattutto rispetto ai colleghi europei. In questo senso, l’ALPI può essere uno strumento di fidelizzazione del personale, riducendo il rischio di emigrazione verso il settore privato o verso l’estero. Ma questa necessità può e deve essere affrontata con soluzioni strutturali, come un adeguamento salariale trasparente e meritocratico.
Ciò che manca oggi è una reale trasparenza. Il dubbio che le liste d’attesa del SSN vengano volutamente rallentate per incentivare il ricorso all’intramoenia è diffuso, e in assenza di controlli rigorosi rischia di minare la fiducia dei cittadini. È necessario distinguere con chiarezza tra pubblico e privato, garantendo che il primo funzioni in modo efficace, equo e accessibile a tutti.