VIETATO POLSTRADA – Circolare su queste strade di domenica è reato: in Sicilia li pizzicano dappertutto | 1.000€ e sequestro del veicolo

Polizia stradale - fonte social - palermolive.it

Polizia stradale - fonte social - palermolive.it

Droni e aree protette, tra tutela dell’ambiente e diritti: vige il divieto di sorvolo, rischi una multa salatissima

L’utilizzo dei droni in Italia è regolamentato da una complessa rete normativa che mira a bilanciare l’innovazione tecnologica con la necessità di salvaguardare il patrimonio ambientale. In particolare, nelle aree protette, come parchi nazionali e riserve naturali, la legge vieta il sorvolo non autorizzato, proprio per evitare disturbi alla fauna e alla biodiversità. Le sanzioni previste in caso di violazione possono essere rilevanti, sia sotto il profilo economico che giuridico, e coinvolgono norme che spaziano dal diritto ambientale al codice della navigazione aerea.

La legge n. 394 del 6 dicembre 1991 stabilisce che i parchi nazionali e le riserve naturali debbano essere tutelati da regolamenti specifici, che possono vietare il sorvolo di droni o altri aeromobili. L’articolo 30 della stessa legge prevede sanzioni amministrative comprese tra 25 e 1.000 euro per chi viola tali disposizioni. Tuttavia, l’uso del drone non è sempre illegittimo: in alcuni casi è possibile ottenere deroghe per attività legate alla pubblica sicurezza, alla ricerca o alla gestione ambientale.

Uno degli aspetti più critici della questione è la coesistenza di regolamenti locali e norme statali. I regolamenti delle singole aree protette talvolta introducono divieti e sanzioni che vanno oltre le disposizioni previste dalla legge nazionale. Questo genera incertezza giuridica e apre la strada a interpretazioni divergenti, che possono sfociare in provvedimenti sanzionatori discutibili. L’applicazione di una sanzione deve infatti trovare fondamento in una norma primaria, e non può essere determinata esclusivamente da un regolamento.

Le modalità con cui vengono accertate le violazioni rappresentano un altro punto delicato. In molti casi, le sanzioni si basano su immagini, video o segnalazioni prive di elementi oggettivi e specifici. Le contestazioni risultano spesso generiche, senza indicazione precisa di luogo, data e modalità dell’infrazione. In alcuni casi, manca perfino la descrizione degli strumenti utilizzati per individuare il sorvolo non autorizzato. Questa mancanza di rigore può minare la legittimità dell’intero procedimento sanzionatorio.

L’intervento della giurisprudenza in tema di sanzioni

La giurisprudenza ha più volte chiarito che una sanzione amministrativa può essere considerata nulla se non rispettano i principi di legalità e proporzionalità. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 29427 del 24 ottobre 2023, ha confermato che le sanzioni previste esclusivamente da regolamenti sono illegittime, in quanto la competenza sanzionatoria appartiene alla legge. Analogamente, la sentenza n. 8837 del 28 aprile 2005 ribadisce che la mancata contestazione immediata di un illecito amministrativo deve essere giustificata, pena l’invalidità del provvedimento.

Il rispetto delle procedure è essenziale per garantire che le sanzioni siano legittime. Qualsiasi errore, come la mancata indicazione del metodo di accertamento o la notifica tardiva, può compromettere la validità del procedimento. I cittadini hanno diritto a conoscere con esattezza i termini della contestazione, ed è dovere delle autorità fornire motivazioni chiare e coerenti con la normativa vigente. Solo così si possono tutelare realmente i diritti di chi, pur utilizzando un drone, non può essere privato delle garanzie costituzionali.

Drone - fonte pexels - palermolive.it
Drone – fonte pexels – palermolive.it

Equilibrio tra protezione ambientale e uso responsabile della tecnologia

È innegabile l’importanza di proteggere l’ambiente e la fauna dalle interferenze tecnologiche. Tuttavia, è altrettanto fondamentale che la protezione ambientale non si traduca in un arbitrio normativo. La tecnologia, se usata correttamente, può essere compatibile con la tutela del territorio. Occorre dunque una normativa chiara, uniforme e coerente, che consenta di conciliare le esigenze di conservazione con il diritto dei cittadini a praticare attività legittime e innovative.

Il dibattito sull’uso dei droni nelle aree protette resta aperto. Da una parte c’è la necessità di tutelare l’ambiente; dall’altra, quella di evitare abusi o eccessi nell’applicazione delle sanzioni. È auspicabile un intervento normativo che chiarisca definitivamente le competenze, definisca in modo inequivocabile i limiti e le autorizzazioni, e renda più trasparenti le procedure di accertamento, garantendo così giustizia ed equità nel rispetto delle regole.