“Vi tassiamo anche da morti”: l’ultima imposta della tua vita la lasci sul groppone ai tuoi cari | 40€ all’ASL solo per avere un foglio

Tassa sulla morte - fonte pexels - palermolive.it
Tasse curiose e anacronistiche, l’altra faccia del fisco italiano. Nessuno lo sa ma esiste anche la tassa sui morti
L’Italia è tra i Paesi europei con la pressione fiscale più elevata, e i suoi cittadini si trovano spesso a dover fronteggiare una serie di imposte che vanno ben oltre i classici tributi sul reddito o sul consumo. Oltre alle tasse più comuni e conosciute, esistono infatti alcuni tributi che, per modalità di applicazione o per finalità, possono apparire insoliti, datati o perfino paradossali. Eppure, fanno parte integrante del sistema fiscale italiano e, in alcuni casi, continuano a generare entrate per lo Stato o per gli enti locali.
Tra le imposte più contestate dagli italiani vi sono sicuramente il bollo auto e il canone Rai. Il primo è una tassa regionale obbligatoria per tutti i proprietari di automobili, da pagare annualmente indipendentemente dall’effettivo utilizzo del veicolo. Il secondo è un canone dovuto per il semplice possesso di un apparecchio televisivo, e viene corrisposto una sola volta per nucleo familiare. Nonostante siano ritenuti da molti gravosi, restano legati alla fruizione di servizi concreti e, dunque, sono generalmente accettati come tributi “necessari”.
Non esiste una vera e propria tassa sulla morte, ma l’evento comporta comunque una serie di spese obbligatorie per i familiari del defunto. Tra queste vi sono i diritti comunali per la sepoltura, le spese per la cremazione, il costo del certificato di morte emesso dall’Asl e i costi per i servizi funerari. Tutti questi oneri, sebbene non formalmente classificati come tributi, rappresentano di fatto un’uscita obbligata e spesso pesante per chi affronta un lutto.
Un’altra imposta particolare è la Tosap, ovvero la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Questo tributo si applica ogni volta che un privato occupa, anche solo temporaneamente, spazi appartenenti al patrimonio pubblico, come strade, marciapiedi o piazze. Possono essere soggetti alla Tosap anche tavolini all’aperto, stand temporanei, ponteggi per lavori edili e persino alcune insegne pubblicitarie. È una tassa comunale, quindi la sua applicazione varia da città a città, con interpretazioni talvolta controverse.
Ombra a pagamento: la tassa che sorprende
Tra le imposte più singolari c’è quella sull’ombra. Alcuni Comuni, infatti, applicano la Tosap anche alle tende, balconi o strutture che proiettano ombra su suolo pubblico. Secondo la normativa vigente, qualunque occupazione dello spazio, anche non tangibile come l’ombra, può essere soggetta a tassazione. La sua applicazione effettiva è lasciata alla discrezionalità delle amministrazioni locali, ma resta uno degli esempi più discussi della creatività tributaria italiana.
Anche la raccolta dei funghi è regolamentata e non è gratuita. Chi desidera raccogliere funghi spontanei deve prima frequentare un corso abilitante e successivamente ottenere un permesso, la cui emissione è subordinata al pagamento di un’imposta di bollo. Si tratta, tecnicamente, di un’autorizzazione rilasciata dagli enti locali, ma che comporta un esborso economico e quindi si configura come una forma indiretta di tassazione per un’attività naturale e antichissima.
La tassa sulle paludi: un retaggio del passato
Tra le imposte più anacronistiche ancora in vigore c’è quella sulle paludi, un tributo risalente a un regio decreto del 1904. La norma prevede un contributo annuale per la bonifica delle paludi trasformate in terre coltivabili. Questo tipo di tassa continua a essere versato da cittadini che abitano in zone una volta paludose, come alcuni quartieri di Napoli o piccoli Comuni in Toscana. Nonostante sia ormai fuori dal tempo, resta in vigore e genera ancora richieste di pagamento da parte dei consorzi di bonifica.
Il sistema tributario italiano si basa su principi di progressività e capacità contributiva, come stabilito dalla Costituzione. Tuttavia, accanto ai tributi fondamentali, resistono imposte minori o obsolete che spesso generano malcontento e senso di ingiustizia. La riforma fiscale attesa da anni potrebbe rappresentare l’occasione per eliminare quelle tasse che non trovano più una giustificazione reale. Finché ciò non avverrà, gli italiani continueranno a pagare anche per l’ombra di un balcone o per camminare tra i boschi in cerca di funghi.