Versa un bicchiere d’acqua in giardino: il trucco che ti salva da un’inondazione | Addio pompieri per sempre

Bicchiere (Pexels) Palermolive

Le alluvioni sono sempre più frequenti, uno studio ha rivelato come si potrebbero ridurre. Basta un bicchiere d’acqua. 

Negli ultimi anni, l’aumento della frequenza e dell’intensità delle alluvioni e delle inondazioni è un fenomeno strettamente legato al cambiamento climatico. L’aumento delle temperature globali porta a una maggiore evaporazione dell’acqua dagli oceani e dalla terraferma, incrementando la quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera. Un’atmosfera più calda può trattenere più umidità, il che si traduce in precipitazioni più intense.

Un altro fattore cruciale è l’alterazione dei modelli meteorologici. Il cambiamento climatico sta rendendo più frequenti eventi meteorologici estremi, come tempeste più violente e persistenti. Queste tempeste possono scaricare enormi quantità di pioggia in brevi periodi, superando la capacità di assorbimento del suolo e dei sistemi di drenaggio, causando inondazioni improvvise e devastanti.

Anche le attività umane giocano un ruolo significativo nell’incrementare il rischio di alluvioni. L’urbanizzazione rapida e la cementificazione del territorio riducono la capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana, aumentando il deflusso superficiale verso fiumi e canali, che possono facilmente esondare. La deforestazione, diminuisce la capacità del terreno di trattenere l’acqua, favorendo frane e un rapido afflusso di acqua verso valle.

La crescente frequenza e intensità di alluvioni e inondazioni sono il risultato di una complessa interazione tra i cambiamenti climatici globali e le modifiche del territorio indotte dalle attività umane. L’aumento delle precipitazioni estreme, l’innalzamento del livello del mare, l’urbanizzazione e la deforestazione sono tutti fattori che contribuiscono.

Siccità diffusa

La siccità e l’aridità dei terreni sono fenomeni sempre più marcati e interconnessi al cambiamento climatico. L’aumento delle temperature globali intensifica l’evaporazione dell’acqua dal suolo e dalle riserve idriche, riducendo la disponibilità idrica per la vegetazione e l’agricoltura.

Le alterazioni dei regimi pluviometrici, con periodi prolungati di scarse precipitazioni e ondate di calore più frequenti, aggravano ulteriormente la situazione. La mancanza d’acqua prolungata stressa la vegetazione, fino alla sua scomparsa, esponendo il suolo alle rare ma intense piogge, che non riescono a essere assorbite.

Arido (Pexels) Palermolive

L’esperimento col bicchiere

Un semplice esperimento ha efficacemente illustrato perché i terreni aridi contribuiscono significativamente alle inondazioni durante forti piogge. Un ricercatore ha posizionato tre bicchieri d’acqua capovolti su diverse tipologie di terreno: uno coperto da erba rigogliosa, uno con vegetazione rada e uno completamente secco.

L’acqua versata sul terreno florido è stata assorbita rapidamente, dimostrando la capacità di un suolo sano di trattenere l’umidità. Nel terreno con poca erba, l’assorbimento è stato parziale. Sorprendentemente, sul terreno arido, l’acqua ha impiegato molto più tempo per infiltrarsi, in gran parte scorrendo in superficie. Questo evidenzia come un terreno secco e privo di vegetazione perda la sua capacità di assorbire l’acqua piovana.