Vendita casa, nuova stangata agenzia immobiliare: 3.000€ la tassa affissione | Mettono l’annuncio e te li scalano dallo stipendio

affitto casa (pexels) - palermolive-2
Basta un cartello “Vendesi” messo male e l’agenzia può ricevere una multa da capogiro.
Negli ultimi mesi il mercato immobiliare italiano ha mostrato segnali contrastanti. In alcune città, i prezzi delle abitazioni sembrano aver toccato un nuovo picco, mentre in altre si assiste a un lento ma costante rallentamento delle compravendite. Chi cerca casa o vuole vendere si muove in un terreno sempre più complesso, fatto di valutazioni tecniche, vincoli energetici e, come se non bastasse, burocrazia sempre più stringente.
Oggi vendere casa non significa soltanto trovare l’acquirente giusto o fissare il prezzo corretto. Le agenzie immobiliari – e con loro anche i privati – si trovano a fronteggiare un dedalo normativo che regola persino l’affissione dei classici cartelli “Vendesi”. Una consuetudine storica, ormai data per scontata, può in realtà trasformarsi in un grattacapo molto costoso.
Nel frattempo, i prezzi delle abitazioni non fanno che aumentare. Secondo gli ultimi dati, Milano e Bologna restano le città più care per comprare casa, mentre in alcune aree del Sud il costo medio per metro quadro resta stabile o in leggera discesa. Ma anche dove i prezzi sembrano più accessibili, entrare nel mondo delle compravendite immobiliari può rivelarsi un’impresa tutt’altro che semplice.
A complicare ulteriormente il quadro ci sono le differenze regionali e comunali nella gestione delle regole sull’affissione degli annunci. Alcuni Comuni chiedono autorizzazioni specifiche, altri richiedono tributi particolari. In certe zone, è sufficiente rispettare determinate dimensioni del cartello; in altre, anche un foglio A4 può scatenare sanzioni se posizionato vicino a una strada o su un cancello privato.
Non basta avere l’immobile: vendere casa è una giungla normativa
Se stai pensando di mettere in vendita il tuo immobile, devi sapere che anche un piccolo errore può costarti caro. Le agenzie immobiliari sono sempre più attente a seguire ogni dettaglio normativo, ma nonostante questo il rischio di incorrere in multe rimane alto. L’obbligo di riportare l’IPE (Indice di Prestazione Energetica) sull’annuncio è ormai in vigore da oltre un decennio, ma non tutti lo rispettano, e le conseguenze possono essere pesanti.
Secondo quanto riferito da Fimaa Milano, una delle sanzioni più comuni arriva proprio da una norma spesso ignorata: l’articolo 23 del Codice della Strada. In base a questo, qualsiasi mezzo pubblicitario che possa distrarre gli automobilisti o assomigliare a un segnale stradale può essere multato fino a 4.000 euro. Una cifra da capogiro, che spesso ricade sull’agenzia ma, in alcuni casi, può anche essere girata al cliente.
Le segnalazioni arrivate a Fimaa riguardano soprattutto i casi limite: cartelli affissi troppo vicino a incroci o semafori, oppure su immobili visibili da strade a traffico intenso. Non conta che il messaggio sia innocuo: se può essere confuso con la segnaletica stradale o se manca l’autorizzazione comunale, scatta la multa.
Anche l’IPE è obbligatorio, ma pochi lo sanno (e molti lo ignorano)
Come se non bastasse, l’obbligo di indicare classe energetica e IPE ha introdotto ulteriore confusione. A gennaio 2012 è entrata in vigore la norma nazionale, ma da allora ogni Regione ha stabilito proprie regole interpretative. Alcuni cartelli vengono sanzionati anche se riportano una classe G autodichiarata, ritenuta “troppo generica”, mentre in altri casi non avviene alcun controllo.
In alcune città, come Bologna o Milano, i regolamenti locali sono chiari: sotto una certa dimensione (un quarto di metro quadrato, ovvero circa un foglio A4), il cartello non è soggetto a tassa o autorizzazione, purché sia affisso direttamente sull’immobile. Tuttavia, anche su questo punto si sono create discrepanze tra le interpretazioni degli agenti municipali.