Ultim’ora Patente – A 80 anni la riconsegni in prefettura, stabilito il nuovo limite d’età | Impossibile il dietrofront, già approvato il decreto 

Patente (sicurauto) - palermolive

Patente (sicurauto) - palermolive

Rivoluzione nei regolamenti di guida: cambia tutto dopo una certa età, e il dibattito si infiamma.

Cosa succede quando l’età non è più solo un numero, ma un fattore determinante per poter guidare? Sempre più paesi stanno affrontando una verità scomoda: la sicurezza stradale dipende anche dall’età dei conducenti. In Italia, il tema è oggetto di accese discussioni tra esperti, associazioni e cittadini, ma altrove il dado è già tratto.

La patente di guida, simbolo di libertà e indipendenza, potrebbe non essere più un diritto “a vita”. Secondo alcune proiezioni europee, entro il 2030 le persone over 70 saranno una fetta significativa degli automobilisti. Ma è giusto permettere loro di continuare a guidare senza limiti? Oppure è tempo di stabilire regole più severe?

Negli ultimi anni, si sono moltiplicati i casi di incidenti che coinvolgono conducenti anziani. Alcuni tragici, altri solo sfiorati, ma tutti con un filo rosso comune: riflessi rallentati, difficoltà visive, errori di valutazione. Fattori fisiologici che, con l’avanzare dell’età, possono compromettere anche il guidatore più esperto. Ma mentre l’Italia riflette, altrove si agisce.

Un caso emblematico arriva dal Perù, dove il governo ha deciso di non rimandare oltre. Il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni ha stabilito che, a partire dagli 80 anni, non sarà più possibile rinnovare la patente. Una decisione drastica, ma considerata necessaria per garantire la sicurezza sulle strade.

Il modello peruviano: esami medici e limiti precisi

In Perù, i nuovi regolamenti sono già operativi. I conducenti tra i 70 e gli 80 anni possono ancora guidare, ma solo a seguito di controlli medici più severi e con rinnovi di validità sempre più brevi. Il governo ha inoltre varato incentivi per i più giovani: fino a 2.000 euro per ottenere le patenti professionali C e D, quelle necessarie per guidare camion e autobus.

L’obiettivo è chiaro: favorire un ricambio generazionale e garantire che alla guida dei mezzi pubblici e commerciali ci siano professionisti formati e in perfetta efficienza fisica. Una misura che potrebbe ispirare anche l’Unione europea, dove il dibattito sulla sicurezza stradale e l’invecchiamento della popolazione è sempre più attuale.

auto passeggero (pexels) - palermolive-2
auto passeggero (pexels) – palermolive-2

Tra provocazioni e polemiche, la patente resta simbolo di identità

Nel frattempo, sui social si moltiplicano storie di ordinaria follia automobilistica. Come quella pubblicata su X da un utente spagnolo: un cartello gigante scritto su una scatola di TV da 50 pollici con la scritta “Non lo lasci passare”, rivolto al proprietario di una BMW Z4. Quest’ultimo ha risposto con un foglietto più piccolo e ironico: “La dimensione del poster non rende validi i tuoi capricci”. Un duello urbano che fotografa perfettamente quanto l’auto, oggi, sia molto più di un semplice mezzo: è uno status, una libertà, un confine personale.

E proprio per questo il tema della patente è così delicato. Per milioni di persone perdere la possibilità di guidare equivale a perdere autonomia. Ma la sicurezza collettiva non può più aspettare. Le regole cambiano e cambieranno ancora.