ULTIM’ORA MINISTERO – È ARRIVATO in Sicilia, 1 su 5 già contagiato dal nuovo virus | Non è Covid, è molto peggio

Nuova epidemia - fonte pexels - palermolive.it (2)

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Il ritorno di questa malattia in Sicilia è un campanello d’allarme per l’Italia: è un virus che non conosce età

In Sicilia, il morbillo è tornato con prepotenza, registrando 53 casi tra gennaio e aprile 2025. Una cifra allarmante, se si considera che rappresenta quasi un quinto del totale nazionale. Con un’incidenza di oltre 33 casi per milione di abitanti, contro la media italiana di 13,7, l’isola si conferma la regione più colpita. Ma ciò che più sorprende è il profilo delle persone contagiate: non solo bambini piccoli, ma soprattutto adolescenti e adulti, spesso inconsapevoli del rischio a cui sono esposti.

Il virus si insinua nei luoghi della quotidianità: scuole, ospedali, mezzi pubblici, centri commerciali. Non fa rumore, ma si muove con rapidità. Oltre il 75% dei contagi ha riguardato persone sopra i 15 anni, un dato che smentisce la vecchia convinzione secondo cui il morbillo sarebbe una malattia infantile. In realtà, le sue forme più gravi colpiscono proprio chi non è più un bambino, spesso con complicanze serie che richiedono il ricovero.

I sintomi iniziali del morbillo possono sembrare lievi: febbre, tosse, occhi arrossati e il caratteristico sfogo cutaneo. Ma il quadro clinico può evolvere rapidamente. Le complicanze più comuni includono otiti, polmoniti, diarrea e una pericolosa immunodepressione temporanea. Nei casi più gravi si verificano encefaliti, e in uno su mille si può arrivare alla morte. Tra le conseguenze a lungo termine c’è anche la panencefalite subacuta sclerosante, una patologia neurodegenerativa che può comparire anni dopo l’infezione.

Nel 2025, tre persone in Italia hanno già sviluppato gravi infiammazioni cerebrali post-morbillo e oltre la metà dei contagiati è stata ricoverata. Dati che confermano quanto la malattia sia sottovalutata. Spesso liquidata come una semplice influenza con sfoghi cutanei, il morbillo si rivela invece una seria minaccia per la salute pubblica. Gli operatori sanitari ne sono consapevoli, ma serve maggiore consapevolezza collettiva.

Vaccinazione: uno scudo per sé e per gli altri

Il vaccino contro il morbillo è disponibile da oltre cinquant’anni, è sicuro, gratuito e obbligatorio in Italia. Tuttavia, alcune persone, come i soggetti immunocompromessi, non possono riceverlo. È per loro che diventa fondamentale raggiungere e mantenere una copertura vaccinale superiore al 95%, necessaria per assicurare l’immunità di gregge e proteggere anche chi non può difendersi da solo.

La prassi prevede due dosi: la prima a 12 mesi, la seconda a 5 anni. Ma la recrudescenza dei casi ha portato a una modifica del piano. Ora si raccomanda la seconda dose già a partire dai 18 mesi, anticipando la protezione in una fascia d’età più vulnerabile. Ogni ritardo nell’immunizzazione apre una finestra di rischio che il virus non tarda a sfruttare.

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Nuova epidemia – fonte pexels – palermolive.it

Le cause del calo vaccinale in Sicilia

Disinformazione, pandemia, diffidenza crescente: questi sono solo alcuni dei fattori che hanno contribuito alla diminuzione della copertura vaccinale. La Sicilia è tra le regioni più esposte, ma il problema riguarda tutta l’Italia. È in queste falle del sistema che il morbillo ha trovato terreno fertile per tornare a circolare, colpendo i più fragili e mettendo in crisi la sanità pubblica.

Secondo i pediatri, il ritorno del morbillo è il sintomo di una crisi più profonda: la perdita della fiducia nella scienza e nella responsabilità collettiva. La prevenzione funziona solo se condivisa, se sostenuta da una cultura del rispetto reciproco. Senza un cambio di paradigma, continueremo a rincorrere le emergenze anziché prevenirle, rischiando di tornare indietro di settant’anni.