ULTIM’ORA Ministero della salute: causa infezioni gravi e persino la morte | Burioni: “lo abbiamo tutti in frigorifero”

Roberto Burioni - fonte video - palermolive.it

Roberto Burioni - fonte video - palermolive.it

Il famoso infettivologo mette in guardia dal consumo di quest’alimento, si può rischiare la vita

Il recente decesso di Zoe Anne Guaiti, una donna trentina al sesto mese di gravidanza, ha acceso nuovamente i riflettori sui pericoli legati al consumo di latte crudo e dei suoi derivati. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna sarebbe morta a causa di una sepsi, verosimilmente provocata da un formaggio prodotto con latte non pastorizzato. Una tragedia che ha rievocato casi simili, come quello del piccolo Elia Damonte e di Mattia Maestri, spingendo il virologo Roberto Burioni a lanciare un appello chiaro e perentorio: «No al latte crudo!».

Burioni, da tempo in prima linea nella divulgazione scientifica, ha paragonato il consumo di latte crudo a “fare una curva contromano in auto”: un comportamento evitabile che può causare gravi danni. Il latte crudo, ha spiegato, è un alimento altamente deperibile e facilmente contaminabile, proprio perché estremamente nutriente non solo per l’uomo, ma anche per i batteri. Se non adeguatamente trattato, può diventare terreno fertile per microrganismi potenzialmente letali.

Il latte comunemente in vendita nei supermercati è sottoposto a un processo di pastorizzazione che ne garantisce la sicurezza, senza comprometterne le qualità organolettiche. Questo trattamento termico, sottolinea Burioni, ha salvato milioni di vite nella storia moderna, specialmente tra i più piccoli. Al contrario, il latte crudo non subisce alcuna sterilizzazione, mantenendo intatti eventuali agenti patogeni presenti al momento della mungitura.

L’esperto punta il dito anche contro una diffusa disinformazione, che porta molti consumatori a credere che il latte crudo sia più nutriente o più salutare. In realtà, dice Burioni, non esistono prove scientifiche a supporto di questi presunti benefici, mentre i rischi sono ben documentati. L’Escherichia coli enteroemorragico, ad esempio, è uno dei batteri più pericolosi che possono annidarsi nel latte crudo e colpire in modo grave, soprattutto bambini, anziani e persone immunodepresse.

Il dovere di una comunicazione chiara e univoca

In questo contesto, la comunicazione rivolta ai consumatori riveste un ruolo fondamentale. Secondo Burioni, non basta tollerare la vendita del latte crudo: bisogna anche essere chiari nel fornire le informazioni necessarie alla tutela della salute pubblica. Il problema, infatti, non è solo nella disponibilità del prodotto, ma nella mancanza di consapevolezza sul corretto uso e sui reali pericoli.

Il virologo invita anche gli allevatori e i rivenditori a un’assunzione di responsabilità. Se il latte crudo viene venduto, dovrebbe essere esplicitamente consigliato di bollirlo prima del consumo, come avveniva in passato. Eppure, denuncia Burioni, ci sono portali online che diffondono messaggi ambigui, sostenendo l’esistenza di “opinioni diverse” sulla pericolosità del latte crudo. Una tesi che, secondo lui, è scientificamente infondata.

Latte crudo - fonte ladige - palermolive.it
Latte crudo – fonte ladige – palermolive.it

Una scelta di buonsenso, non di gusto

Molti consumatori difendono il latte crudo per il suo sapore, ma Burioni invita a riflettere sulla reale convenienza di una tale scelta. Il gusto, afferma, non può giustificare un rischio sanitario. “Anche i fumatori trovano buono il fumo, ma è meglio smettere”, dice provocatoriamente, sottolineando che i pericoli non svaniscono solo perché non sono immediatamente visibili.

Il messaggio finale del professore è chiaro: evitare il latte crudo è una scelta responsabile, non solo individuale, ma collettiva. “Io non ho mai consumato prodotti a base di latte crudo”, conclude Burioni, “eppure sono uno a cui piace mangiar bene”. Una dichiarazione che suona come un invito a privilegiare la sicurezza alimentare rispetto alla ricerca del gusto a tutti i costi.