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Pensionato -fonte pexels - palermolive.it

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Maggiorazione contributiva per questa categoria di lavoratori: a chi è riconosciuto questo diritto previsto dalla legge

Tra le agevolazioni previste dalla normativa italiana per i lavoratori con disabilità, la maggiorazione contributiva è una delle più significative. Questa misura permette ad alcune categorie di invalidi di vedersi riconosciuti due mesi di contributi figurativi per ogni anno di lavoro. La previsione normativa è contenuta nell’articolo 80, comma 3, della legge 388 del 2000 e rappresenta un supporto concreto per anticipare l’accesso alla pensione.

La legge stabilisce che hanno diritto alla maggiorazione i lavoratori che presentano un’invalidità civile riconosciuta superiore al 74%, oppure coloro a cui è stata ascritta una menomazione indicata nella Tabella A allegata al D.P.R. 834 del 1981. Si tratta di soggetti con condizioni di salute particolarmente gravi e invalidanti, che incidono in maniera permanente sulla capacità lavorativa e sulla qualità della vita quotidiana.

La Tabella A elenca dettagliatamente le condizioni sanitarie che danno diritto alla maggiorazione. Tra queste figurano la perdita di entrambi gli arti superiori e inferiori, le gravi patologie cardiache in stato di scompenso permanente, lesioni invalidanti alla bocca e al volto, forme gravi di epilessia con crisi frequenti e disturbi psichiatrici come fobie croniche e invalidanti. Tali menomazioni sono considerate incompatibili con una piena capacità lavorativa e richiedono tutele particolari.

Il beneficio consiste nell’aggiunta di due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente svolto con la menomazione riconosciuta. Tuttavia, la legge pone un tetto massimo alla maggiorazione, che non può superare i cinque anni complessivi. Questo limite ha lo scopo di mantenere l’equilibrio del sistema previdenziale, pur offrendo un sostegno concreto alle persone più fragili.

Come presentare la domanda all’Inps

Per poter beneficiare della maggiorazione contributiva è necessario presentare apposita domanda all’Inps. Alla richiesta va allegata la documentazione medica che certifica l’invalidità o la menomazione permanente, riconosciuta da una Commissione Medica. La procedura è finalizzata a verificare l’effettiva esistenza delle condizioni previste dalla legge per ottenere l’agevolazione.

Anche se la documentazione può essere trasmessa in qualsiasi momento, la maggiorazione contributiva sarà riconosciuta solo al momento della domanda di pensione. Trattandosi di contributi figurativi, essi vengono conteggiati esclusivamente nella parte retributiva della pensione, ovvero quella calcolata in base agli stipendi percepiti, e non in quella contributiva basata sui versamenti effettuati.

Invalidi - fonte pexels - palermolive.it
Invalidi – fonte pexels – palermolive.it

Quale impatto ha sulla pensione

La funzione principale della maggiorazione contributiva è quella di permettere al lavoratore invalido di maturare prima il requisito dell’anzianità contributiva. In altre parole, grazie ai mesi aggiuntivi riconosciuti, il soggetto può raggiungere in anticipo il diritto alla pensione. Tuttavia, è importante precisare che questa agevolazione non determina un aumento dell’importo della pensione, se non per la quota retributiva.

La possibilità di ottenere una maggiorazione contributiva rappresenta un aiuto concreto per le persone che convivono con una disabilità grave. Anticipare la pensione, in questi casi, non è solo un vantaggio economico, ma anche una forma di tutela sociale e sanitaria. Conoscere e far valere i propri diritti è fondamentale per garantire una vita dignitosa a chi affronta condizioni di salute complesse e croniche.