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TV (pexels) - palermolive-2

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La passione italiana per la TV rischia di trasformarsi in una trappola legale e… salata.

Ogni sera, milioni di italiani si ritrovano davanti allo schermo. Che sia per rilassarsi dopo il lavoro, seguire l’ennesima puntata della fiction preferita o semplicemente per avere un sottofondo familiare, la TV resta il rito serale per eccellenza nel nostro Paese. Dai talk show ai film del prime time, dalle serie Netflix alle partite in diretta, la televisione – in tutte le sue forme – resta centrale nella quotidianità nazionale.

Secondo gli ultimi dati, l’80% degli italiani guarda regolarmente contenuti televisivi tra le 20:00 e le 23:00. Un dato che non sorprende: la TV continua ad avere un ruolo da protagonista, anche nell’era delle piattaforme in streaming. Il pubblico è cambiato, ma l’abitudine è rimasta. E dove c’è domanda, l’offerta si moltiplica – legale o meno.

Negli ultimi anni, accanto alle opzioni ufficiali – RaiPlay, Prime Video, Sky, Disney+, solo per citarne alcune – è cresciuto un sottobosco di alternative illegali: portali pirata che offrono l’ultimo blockbuster, la serie più attesa o il reality di punta a costo zero. Un “gratis” solo apparente, però, perché le conseguenze per chi guarda questi contenuti stanno cambiando, e in peggio.

Per anni si è pensato che i rischi riguardassero solo chi distribuiva il materiale, mentre gli utenti finali erano considerati intoccabili. Ma oggi la realtà è molto diversa. E proprio in queste ore una nuova stretta dell’AGCOM ha scosso il mondo della visione illegale online, con conseguenze dirette e immediate per migliaia di utenti italiani.

Ora rischia anche chi guarda

Dopo una serie di operazioni mirate, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e la Guardia di Finanza hanno avviato un protocollo che consente di tracciare chi accede e guarda contenuti pirata. Il caso più eclatante è quello di Streaming Community, una piattaforma ben nota al pubblico per la sua interfaccia “pulita”, simile a Netflix, e per la sua presenza massiccia su Telegram.

Il portale, ora oscurato, distribuiva film e serie TV senza possedere i diritti, attingendo illegalmente da piattaforme a pagamento. A differenza di quanto si pensasse, la chiusura non è avvenuta tramite Piracy Shield, il nuovo sistema anti-pirateria sportiva, ma grazie a un intervento diretto del Nucleo Frodi Informatiche.

TV (pexels) - palermolive
TV (pexels) – palermolive

Multa anche per chi guarda: ecco come funziona il tracciamento

La vera svolta è questa: oggi non solo chi gestisce siti illegali rischia, ma anche chi li utilizza per guardare film e serie TV. Come? Tramite l’indirizzo IP, un codice unico assegnato a ogni dispositivo connesso a Internet. Anche se si usa la modalità “in incognito”, il tracciamento resta possibile per le autorità, che possono risalire al proprietario della connessione grazie alla collaborazione dei provider.

Secondo il protocollo in uso, basta accedere e restare collegati il tempo necessario alla visione di un contenuto per essere sanzionabili. Le multe partono da 154 euro e, in caso di recidiva, possono arrivare fino a 5000 euro. Le prime sanzioni automatiche sono già state emesse. Non serve registrarsi, lasciare dati o scaricare file: l’accesso prolungato basta a far scattare l’allerta. È una rivoluzione nel contrasto alla pirateria, che ora colpisce la domanda, non solo l’offerta. In pratica, guardare un film “gratis” online può costare ben più dell’abbonamento a una piattaforma legale. E con il nuovo protocollo operativo, il rischio è concreto e attuale per migliaia di italiani.