UFFICIALE GSE – ARIA CONDIZIONATA: hai sempre sbagliato pulsante, premilo una volta al giorno e dimezzi la bolletta | Basta dissanguarsi per niente

condizionatore (pexels) - palermolive-2

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L’estate è appena iniziata, ma il caldo ha già mandato in tilt migliaia di famiglie… e i loro conti in banca.

Con l’arrivo dell’afa estiva, milioni di italiani corrono ai ripari: finestre chiuse, tende abbassate e condizionatore a tutto gas. Ma se da un lato il sollievo è immediato, dall’altro l’impatto in bolletta può essere disastroso. E proprio quando le temperature toccano picchi record in molte regioni, si riaccende il dibattito su come usare davvero in modo intelligente l’aria condizionata.

La scena è sempre la stessa: si rientra a casa sudati, si schiaccia il pulsante “On” e si imposta il termostato a 18 gradi nella speranza di rinfrescare in fretta la stanza. Dopo pochi minuti di gelo, si spegne tutto. Ma il sollievo dura poco, e il ciclo ricomincia. Accendi, spegni, accendi di nuovo. A fine mese, però, a rinfrescarsi è solo il conto corrente… verso lo zero.

Una prassi apparentemente logica: usare il condizionatore solo quando serve. Eppure, secondo recenti studi pubblicati da organismi ufficiali del risparmio energetico, tra cui il GSE e l’OCU (Organizzazione dei Consumatori e Utenti in Spagna), proprio questo modo di utilizzare l’aria condizionata sarebbe il principale responsabile dell’impennata dei costi energetici estivi.

L’errore che (quasi) tutti commettono

Regolare male il termostato, accendere e spegnere frequentemente il dispositivo e abbassare la temperatura in modo eccessivo sono abitudini molto diffuse. Ma anche molto sbagliate.
Secondo l’OCU, impostare il condizionatore su 18 gradi non fa raffreddare prima la stanza. Semplicemente, lo costringe a lavorare più a lungo e con maggiore intensità, consumando più energia del necessario. La conseguenza? Bollette più salate e impianti sotto stress.

A questo si aggiunge un altro comportamento comune: spegnere l’apparecchio non appena la temperatura percepita si fa piacevole, per poi riaccenderlo poco dopo. In questo modo, però, si costringe il condizionatore a ripartire ogni volta da zero, attivando il compressore al massimo della potenza. Un meccanismo che consuma moltissimo e annulla qualsiasi tentativo di risparmio.

condizionatore (pexels) - palermolive
condizionatore (pexels) – palermolive

La soluzione definitiva (e controintuitiva)

La domanda che in molti si pongono è: conviene lasciare acceso il condizionatore o spegnerlo ogni volta che si esce da una stanza?
La risposta dell’OCU è netta: è meglio lasciarlo acceso – ma solo se si regola in modo corretto. Il consiglio è impostare il termostato a 24 gradi, una temperatura fresca e sufficiente per il comfort, ma sostenibile per i consumi. Inoltre, l’ente raccomanda di non superare mai gli 8 gradi di differenza con l’esterno, tranne in casi estremi sopra i 32°C.

Fondamentale anche la scelta del dispositivo: i condizionatori con tecnologia inverter, etichetta energetica A+++ e modalità Eco o Smart permettono di mantenere la temperatura costante, attivando il compressore solo quando necessario. In questo modo, si evitano i picchi di consumo e si ottiene il massimo dell’efficienza. E quel “pulsante magico”? È proprio la modalità Eco, spesso ignorata o dimenticata, ma che può ridurre i consumi fino al 30% con un solo tocco. Basta attivarla una volta al giorno e lasciarla lavorare: la casa resterà fresca e la bolletta non si impennerà.