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Licenziamento - fonte acli - palermolive.it
Una pioggia di licenziamenti nel settore del tech: Google e Microsoft continuano a tagliare personale
Il settore tecnologico continua a vivere una lunga stagione di instabilità, con licenziamenti che ormai non fanno più scalpore. Aziende come Google e Microsoft, colossi del digitale, hanno avviato nuove ondate di tagli al personale nel 2025, proseguendo una tendenza che ormai caratterizza l’inizio di ogni anno. Tuttavia, se il fatto in sé ha perso capacità di sorprendere, le ragioni dietro queste decisioni aprono uno squarcio significativo sulle strategie interne e le ideologie aziendali.
Microsoft ha avviato una revisione interna che mira a modificare l’equilibrio tra ingegneri e manager nei propri team. Attualmente, l’azienda punta a raddoppiare il numero di ingegneri per ogni manager, passando da un rapporto 10:1 a 5:1. Questo cambiamento implica una riduzione significativa del personale dirigente e di quello non direttamente coinvolto nello sviluppo. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare l’efficienza, semplificando la catena decisionale e reintegrando il personale tecnico in posizioni più produttive.
Una parte dei licenziamenti all’interno di Microsoft è avvenuta sulla base di valutazioni di performance. I dipendenti che hanno ottenuto punteggi tra 60 e 80 su 200 sono stati considerati non sufficientemente produttivi. Questa scelta ha colpito soprattutto chi opera in ambiti come i videogiochi, la sicurezza, le vendite e la produzione di dispositivi, evidenziando come anche aree apparentemente floride possano diventare oggetto di razionalizzazione.
Uno degli aspetti più controversi emersi riguarda i licenziamenti per motivi ideologici. Due dipendenti di Microsoft sono stati licenziati dopo aver protestato durante un evento aziendale per il 50° anniversario. I due avevano chiesto pubblicamente l’interruzione dei contratti legati all’intelligenza artificiale stipulati con il governo israeliano. Microsoft ha definito queste azioni “intenzionalmente destabilizzanti” e ha affermato che violavano le politiche interne, giustificando così il licenziamento immediato.
Google segue la stessa strada, il nodo dei patti di non concorrenza
Anche Google ha attuato nuovi licenziamenti, colpendo centinaia di dipendenti, in particolare nelle divisioni Pixel, Android e Chrome. Tuttavia, a differenza di Microsoft, i tagli di Google non sono stati collegati alle prestazioni dei dipendenti, ma piuttosto a una riorganizzazione interna volta a snellire le operazioni e a fondere i team con funzioni simili. L’obiettivo è ottimizzare le risorse e migliorare la collaborazione, eliminando duplicazioni funzionali. L’azienda ha cercato di gestire con cautela i licenziamenti, garantendo ai dipendenti una buona uscita e il pagamento degli stipendi residui
Quello che in un certo senso pensalizza queste aziende è il patto di non concorrenza che stipulano con ogni dipendente. Inserito come compenso nella busta paga, è un accordo che impedisce al dipendente, dopo la fine del rapporto di lavoro, di svolgere attività concorrenziali per un determinato periodo e in una specifica area geografica. Il dipendente, in cambio di questa limitazione, riceve un corrispettivo, che può essere erogato in varie forme, anche come parte della retribuzione mensile.
Il malcontento silenzioso dei lavoratori tech
Queste ondate di licenziamenti stanno generando un clima di incertezza diffusa tra i lavoratori del settore. La percezione che anche alte performance o ruoli chiave non garantiscano stabilità sta aumentando la tensione interna. Inoltre, i casi di licenziamento per motivi politici o ideologici sollevano interrogativi sull’equilibrio tra espressione personale e lealtà aziendale, mettendo a dura prova la trasparenza e l’etica dei colossi tecnologici.
I licenziamenti in Google e Microsoft rappresentano una svolta per l’intero ecosistema tecnologico. L’attenzione si sposta sempre più sull’efficienza, sull’aderenza ai valori aziendali e sull’automazione, a discapito della sicurezza lavorativa. In un settore in cui il cambiamento è all’ordine del giorno, resta da capire se questa fase segnerà una semplice ristrutturazione ciclica o l’inizio di un nuovo modello organizzativo che ridefinirà il futuro del lavoro tech.