Superbonus 110%, “il computo metrico non torna”: gli ispettori del Catasto fanno una strage | 8.000€ a chi ha già ristrutturato

Riforma catasto - fonte pexels - palermolive.it

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La riforma del catasto 2026: un passo verso la digitalizzazione della PA per una rilevazione più precisa ed una fiscalità equa

A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà ufficialmente in vigore la riforma del catasto, una misura che rappresenta un pilastro fondamentale della transizione digitale nella Pubblica Amministrazione, in linea con gli obiettivi delineati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si tratta di un intervento ampio e strutturale che punta a modernizzare il sistema di rilevazione e gestione del patrimonio immobiliare italiano, con importanti ricadute sul piano tecnico, fiscale e amministrativo.

Uno dei cardini della riforma riguarda l’ammodernamento del sistema di rilevazione catastale. Il Governo ha ricevuto delega per introdurre strumenti tecnologici innovativi, tra cui sistemi informativi geografici (GIS), intelligenza artificiale e big data. Questi strumenti saranno messi a disposizione dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate per individuare e controllare in modo più efficiente la consistenza reale degli immobili, anche attraverso l’uso di una piattaforma digitale intelligente.

Con l’introduzione di queste tecnologie, le amministrazioni locali potranno agevolmente rilevare immobili non censiti, edifici classificati in maniera errata e terreni edificabili impropriamente accatastati come agricoli. Particolare attenzione sarà riservata agli immobili abusivi, per i quali si prevede l’introduzione di incentivi e strumenti premianti a favore dei Comuni che svolgeranno efficaci attività di accertamento, mantenendo tuttavia un alto livello di trasparenza.

Un altro punto centrale della riforma è la condivisione dei dati catastali tra le amministrazioni. Saranno adottati strumenti digitali che consentiranno uno scambio telematico continuo tra Comuni e Agenzia delle Entrate. Questo approccio mira a creare un sistema integrato e aggiornato, eliminando incongruenze e migliorando l’efficienza della gestione del territorio.

Adeguamenti periodici e tutela del patrimonio storico

Il sistema prevederà meccanismi periodici di aggiornamento dei valori catastali per riflettere le dinamiche di mercato, pur senza mai superare i valori reali. Particolare considerazione sarà riservata agli immobili di interesse storico e artistico, per i quali verranno applicate riduzioni specifiche in virtù degli elevati costi di manutenzione e delle limitazioni d’uso imposte dalla legge.

È importante sottolineare che le nuove informazioni catastali non saranno utilizzate per determinare la base imponibile dei tributi che si fondano sulle attuali risultanze catastali. Questa previsione offre una tutela importante per i contribuenti, che non subiranno automaticamente aumenti fiscali a seguito dell’introduzione dei nuovi parametri di valutazione.

Pianta catastale - fonte pexels - palermolive.it
Pianta catastale – fonte pexels – palermolive.it

Obblighi e sanzioni per chi non aggiorna il catasto

In questo contesto di rinnovata precisione, assume particolare importanza il rispetto degli obblighi di variazione catastale da parte dei proprietari. Le modifiche relative a un immobile, come cambi di destinazione d’uso o frazionamenti, devono essere comunicate tramite il modello DOCFA. In caso contrario, il contribuente rischia sanzioni che possono arrivare fino a 8.264 euro, soprattutto se la mancata comunicazione comporta un risparmio fiscale illecito.

La riforma del catasto rappresenta un’evoluzione profonda del sistema immobiliare italiano, orientata alla trasparenza, all’equità e alla digitalizzazione. Se ben attuata, essa potrà restituire un’immagine aggiornata e coerente del patrimonio edilizio nazionale, rafforzando allo stesso tempo la capacità amministrativa dello Stato e promuovendo una fiscalità più giusta e moderna.