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Suez: fallito ieri sera l’ultimo tentativo di disincagliare la Ever Given

Neppure con l’alta marea si è riusciti a disincagliare la Ever Given, la gigantesca nave portacontainer che da sei giorni blocca il canale di Suez. L’ennesimo tentativo di traino, previsto per le 16 d’ieri, era stato rimandato alle 22, per sfruttare in pieno le condizioni favorevoli della marea. La luna piena e l’alta marea erano sembrate propizie all’operazione, ma il livello dell’acqua si è poi rivelato insufficiente alla sua buona riuscita. Lo ha spiegato la Leth Agencies, una delle aziende che ieri sera ha lavorato per tentare di rimettere a galla l’imbarcazione.

Mentre è salito a 370 il numero delle navi bloccate, l’Autorità del Canale ha annunciato che i rimorchiatori saliranno da 14 a 16. Nel frattempo continuano a lavorare, 24 ore su 24, le draghe dell’Autorità del Canale: la draga Mashour, che ha cominciato a scavare giovedì a una distanza di 100 metri dalla nave, ha rimosso adesso più di 27mila metri cubi di sabbia. Intanto sono giunti sul posto altri due rimorchiatori, uno italiano, il “Carlo Magno”, l’altro olandese “Guard Alp” che portano a 16 il totale dei mezzi da rimorchio che stanno cercando di spostare la nave. 

ALLEGGERIRE LA NAVE SCARICANDO I CONTAINER?

Intanto si fa strada l’ipotesi di alleggerire il carico della nave. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ha ordinato di prepararsi a scaricare i container trasportati dalla Ever Given qualora falliscano anche gli ultimi tentativi di disincagliarla con i rimorchiatori. Si tratterebbe del piano C, se falliranno tutti i precedenti, cioè il dragaggio o gli sforzi dei rimorchiatori. Anche perché la logistica dello scarico si preannuncia complicatissima, considerato che i container possono pesare fino a 30 tonnellate, sono poggiati a un’altezza che arriva a quasi 60 metri e tutto dovrebbe avvenire lontano da qualsiasi struttura portuale. Sulla Ever Given ci sono circa 18.300 container. Una fonte ufficiale delle operazioni in corso per disincagliare la nave venerdì aveva parlato della necessità di rimuoverne 600, ma aveva avvertito che per effettuare questa operazione potrebbero volerci giorni.

CONSEGUENZE ECONOMICHE

Il petrolio e il gas naturale liquefatto ancora si salvano, visto il periodo di scarsa richiesta. Ma ci potrebbero essere forti rincari. Attualmente il problema più grosso è rappresentato dalle spedizioni. In pochi giorni, il prezzo del trasporto è schizzato alle stelle: basti pensare che per l’invio di carburante si è passati da 1,49 dollari al barile poco prima dell’incidente agli attuali 2,58 dollari. Una situazione che costa tantissimo, ora dopo ora.

Il valore giornaliero del blocco viene stimato in circa oltre 10 miliardi di dollari. Con i prezzi delle materie prime che stanno subendo rincari significativi, mettendo in grossa difficoltà le filiere produttive di auto, smartphone e siderurgia. Con le forniture bloccate si prospettano grossi ritardi nell’approvvigionamento. Il problema non è solo la stasi delle merci, che arriveranno fisiologicamente in ritardo, ma anche la potenziale assenza dei cargo in mare, visto che la maggior parte sono bloccati in coda. Una crisi a tutti gli effetti, stavolta economica.

Published by
Pippo Maniscalco