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Strage di Erba, sì alla revisione del processo per Rosa e Olindo

Il caso sulla strage di Erba si riapre. La Corte d’Appello di Brescia ha detto sì alla revisione del processo, chiesta dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi già condannati all’ergastolo nel primo processo avvenuto quasi 17 anni fa.  La prima udienza del processo si terrà a marzo. La decisione di oggi è arrivata a sorpresa: i legali di Olindo e Rosa, Fabio Schenbri e Luisa Bordeaux, avevano già inviata nel luglio scorso l’istanza di revisione alla procura generale di Milano,  ma sulla eventuale riapertura delle indagini avevano avuto parere negativo, definendo la richiesta “infondata nel merito”, per l’assenza di nuove prove decisive”.

Il tribunale di Brescia ha detto sì

Ad ottobre scorso gli avvocati della coppia ripresentarono al tribunale di Brescia l’istanza di revisione di condanna per Olindo e Rosa, in base a supposti nuovi elementi tali da portare a un proscioglimento. E stavolta i giudici hanno deciso diversamente. I legali hanno affermato di avere portato nuove prove, affidandosi ai progressi scientifici e tecnologici che racchiusi in tre grandi perizie, potrebbero provare a “restituire un’altra verità, e a trasformare i colpevoli in possibili vittime di un errore giudiziario”. Secondo la difesa la “condanna precedente alla massima pena è frutto di “falsità”.

Gli avvocati dicono di avere nuove prove, intercettazioni con audio e video

Nella strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre del 2006, morirono in quattro: Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, restò gravemente ferito. Olindo Romano e Rosa Bazzi furono condannati all’ergastolo nel 2007. I legali dei coniugi adesso affermano di aver allegato consulenze, audio e video. Secondo loro le modalità della morte di Valeria Cherubini sarebbero incompatibili con la tesi di colpevolezza. Inoltre ci sarebbero altri elementi, come le intercettazioni ambientali sul letto d’ospedale di Frigerio, uno studio sull’energia elettrica nella casa della strage, e addirittura un testimone mai sentito dagli inquirenti.

Davanti alla corte d’appello di Brescia dovranno sedere oltre agli imputati ed il collegio difensivo, anche le parti civili ossia i familiari delle vittime tra cui Azouz Marzouk, il marito di Raffaella Castagna. La prima è fissata per l’1 marzo. Servirà per discutere, per la prima volta, se approfondire alcuni temi centrali nel processo. Davanti ai giudici ci sono tre strade: assoluzione, condanna, inammissibilità.

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Redazione PL