Economia

Stipendi, Palermo in fondo alla classifica: è tra le città italiane in cui si guadagna meno

Nella classifica delle città italiane basata sugli stipendi medi, Palermo si colloca al posto numero 80 su 107 località. Una posizione non proprio positiva frutto delle elaborazioni provinciali realizzate dal Centro Studi Tagliacarne sulle voci che compongono il reddito disponibile a prezzi correnti.

Dall’analisi emergono buste paga più leggere in 22 province su 107 tra il 2019 e il 2021. In queste aree un lavoratore dipendente ha perso in media nel triennio 312 euro, a fronte di una crescita nazionale di circa 301 euro. Sensibili sono le differenze a livello territoriale. Salari più magri di oltre mille euro a testa si registrano a Venezia, Firenze e Prato. Mentre crescite al top si rilevano a Milano (+1.908 euro), Parma (+1.425) e Savona (+1.282).

Stipendi, Palermo ben al di sotto della media nazionale

A Milano si trovano anche i dipendenti meglio pagati d’Italia: lo stipendio medio si attesta a 30.464 euro nel 2021, due volte e mezzo la media nazionale di 12.473 euro e nove volte più alto di quello di Rieti, fanalino di coda nella classifica retributiva. Bisogna tuttavia anche precisare che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90% del reddito disponibile contro il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale.

A Palermo lo stipendio medio si attesta a 7.378 euro. Ben al di sotto della media nazionale, quindi.

“L’analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente, e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud”. A sottolinearlo è Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne. “Infatti – aggiunge – se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale”.

Incrementi delle retribuzioni

Se Milano è la prima provincia italiana per valore pro-capite dei salari, Savona (+14,3%), Oristano (+11,8%) e Sud Sardegna (+11,2%) presentano i maggiori incrementi delle retribuzioni. Palermo ha un dato inglorioso sotto questo punto di vista. Tra il 2019 e il 2021 le buste paga hanno avuto un incremento bassissimo, dello + 0,6% per la precisione.

Tra 2019 e 2021, il peso in termini pro-capite del reddito da lavoro dipendente sul totale del reddito disponibile è rimasto stabile intorno al 63%. Ma in 42 province su 107, delle quali solo sei sono del Mezzogiorno, è aumentato passando dal 68,7% nel 2019 al 69,7% nel 2021. Nel complesso, l’incidenza delle retribuzioni sulle entrate disponibili si rileva più marcata nelle città metropolitane (71,3%) meno nelle province (57,6%). Ai due estremi di questa forbice, come abbiamo visto, si trovano Rieti con il 23,9% e Milano con il 90,7%. Tanto che, se stilassimo una classifica del reddito disponibile al netto del reddito da lavoro dipendente, il capoluogo lombardo precipiterebbe all’ultimo posto in classifica con appena 3.131 euro a testa.

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Published by
Redazione PL