SOLO 2,50€ – Il miglior ‘pani ca meusa’ della città lo trovi al porto: dal 1943 il tesoro nascosto di marinai e pescatori

mondello (Sicilia.info) - palermolive

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Frattaglie e mare al tramonto: il panino che divide ma conquista tutti, anche chi non se lo aspetta.

C’è un’arte nascosta tra le viuzze di Palermo, e non è solo quella barocca delle sue chiese o la teatralità dei mercati. È quella del cibo da strada, un rito quotidiano che racconta l’anima popolare della città molto più di qualunque monumento. E in mezzo a sfincioni, panelle e arancine, c’è un panino che più palermitano di così non si può.

Lo street food siciliano è un universo a parte, con regole, riti e sapori che non seguono le mode ma solo la tradizione. È cucina povera elevata a capolavoro, è identità. Ogni angolo della città sembra avere il suo piccolo tempio del gusto, e ogni boccone è una storia da raccontare. Una storia fatta di cultura popolare, di mani callose, di ricette tramandate a voce.

Tra le specialità che resistono al tempo e alla diffidenza dei turisti, c’è il leggendario pane con la milza. Un piatto che divide ma non lascia mai indifferenti. Basta una passeggiata nei mercati storici – Ballarò, il Capo, la Vucciria – per capire che a Palermo non è solo cibo: è un manifesto gastronomico. È il panino che si mangia con rispetto, quasi in silenzio.

Eppure, nonostante l’aura che lo circonda, non tutti sanno dove gustarlo davvero al meglio. Dove il sapore incontra la tradizione, e la semplicità diventa perfezione.

Palermo in tre giorni, missione street food

È stato durante un viaggio tra l’8 e il 20 dicembre 2021 che ho deciso di farlo sul serio: vivere Palermo attraverso la sua cucina, metro dopo metro, mercato dopo mercato. Complice un volo Ryanair da 16€ andata e ritorno da Cagliari, sono atterrata nella capitale dello street food con un solo obiettivo: assaggiare tutto il meglio che la città poteva offrire.

Passeggiando tra banchi colmi di spezie e frutta esotica, mi sono immersa nei profumi di una Palermo viva e piena di contrasti. Ho mangiato arancine calde davanti al Teatro Massimo, ho scoperto i cannoli che si sciolgono in bocca e ho assaggiato anche i piatti più “hardcore”, quelli che o li ami o non li dimentichi più.

Pani_ca_meusa (wikipedia) - palermolive
Pani_ca_meusa (wikipedia) – palermolive

Il panino che parla palermitano: Porta Carbone

Uno dei miei punti fermi era proprio lui: il pani ca meusa. E per provarlo mi è stato consigliato di non esagerare con l’avventura. “Vai sul sicuro, vai alla Cala”. Detto, fatto. Alla Via Cala 62, proprio davanti al porto, sorge Pani ‘ca Meusa – Porta Carbone, una vera istituzione dal 1943, portata avanti di generazione in generazione. Qui si vendono solo due cose: pane con panelle e crocché, e panino con la milza. Stop. Ma bastano per entrare nella leggenda.

Il panino viene farcito con milza, polmone e trachea di vitello bolliti, affettati sottili e conditi con sale e limone. In questa versione semplice viene chiamato schettu, cioè “schietto”, diretto. Chi vuole può chiedere la variante maritata, con aggiunta di caciocavallo fuso. Io ho scelto il primo. Il sapore? Più delicato di quanto immaginassi. Il limone alleggerisce tutto, il pane mafalda dà la croccantezza perfetta. Prezzo? Solo 2,50€. Un piatto di strada con una storia di quasi un secolo, che puoi mangiare guardando il sole tramontare sul porto, in una Palermo che non ha bisogno di filtri per essere autentica.