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Simona Cinà, la morte avvolta nel mistero ma la Procura smentisce: “Vestiti sotto sequestro, trovati anche alcolici”

Proseguono serrate le indagini sulla morte di Simona Cinà, la ragazza di vent’anni deceduta durante una festa di laurea in una villa di Bagheria, all’alba di sabato mattina. I familiari della ragazza hanno affidato ieri alla stampa le loro angosciose domande, ricche di dubbi e perplessità (VIDEO). “Che cosa è successo? Perché è morta?”, hanno chiesto tra le lacrime Giusy Corleone e Luciano Cinà nell’incontro organizzato presso lo Studio legale Giambrone & Partners. Anche Gabriele e Roberta, fratelli della ragazza, hanno espresso i loro dubbi: “Non vogliamo puntare il dito su nessuno, non vogliamo dire niente di affrettato ma sicuramente c’è qualcosa che non va”.

Simona Cinà, il corpo sul fondo della piscina

A quanto si apprende, il corpo di Simona Cinà è stato rinvenuto da alcuni degli ultimi partecipanti ancora presenti alla festa intorno alle ore 4.00. Si trovava esanime sul fondo della piscina, “in un angolo distante, e dotato di scarsa illuminazione, rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e i servizi igienici”, spiega una nota diffusa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese.

“Per quanto sinora appreso, a seguito del rinvenimento, almeno due ragazzi si sono immediatamente tuffati nella piscina ed hanno recuperato il corpo della ventenne, praticando le manovre di rianimazione salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Arrivato sul posto, il personale del 118 ha provato a rianimare la ragazza, purtroppo invano, non potendo fare altro che constatare il decesso della stessa alle ore 5.00”. Questo il racconto di quei drammatici momenti.

Sul posto è intervenuto il personale della Compagnia dei Carabinieri di Bagheria e del Nucleo Investigativo di Monreale, successivamente il magistrato di turno e il medico legale. Nei prossimi giorni sulla salma della giovane sarà eseguita l’autopsia.

“I vestiti sotto sequestro, gli alcolici c’erano”

La Procura ha voluto anche rettificare alcune informazioni circolate sull’accaduto. “I vestiti di Simona Cinà non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro e, di conseguenza, sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per il compimento dei successivi atti di indagine”, recita la nota.

“Nell’immediatezza dei fatti, si è provveduto ad identificare e a sentire tutti i soggetti ancora presenti
all’interno della villa al momento dell’arrivo dei Carabinieri: tutti coloro i quali sono stati sentiti, in qualità di persone informate sui fatti, hanno avuto un comportamento collaborativo, mettendosi da subito a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Infine, si deve specificare la assoluta infondatezza dell’informazione relativa al mancato rinvenimento, sui bordi e nella zona adiacente alla piscina, di oggetti (bottiglie, bicchieri, piatti ecc.) che lasciassero ritenere che in quel luogo si era tenuta una festa. In detti luoghi – e, in particolare, nei pressi del bancone adibito a bar – sono stati rinvenuti, tra l’altro, bicchieri e bottiglie di alcolici, come debitamente documentato; ciò a riprova di quanto affermato dai vari partecipanti sin dalle prime battute”.

Il materiale, così come ogni altro oggetto presente sulla scena e utile a fini investigativi, è stato posto sotto sequestro. “Allo stato, dunque, non vi sono elementi in ragione dei quali ipotizzare che taluno abbia alterato la zona ove sono accaduti i fatti, facendo scomparire oggetti; anche tale circostanza, in ogni caso, sarà oggetto di ulteriori approfondimenti”, conclude la Procura.

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Redazione PL