SICILIA, UCCISA LA TRADIZIONE – Vietate le sedie per strada: pensionati fuorilegge | Multe fino a 750 euro
Anziani seduti davanti casa - petrolio - palermolive.it
Sedie in strada una tra tradizione popolare che va contro alcuni regolamenti urbani, sono state dichiarate fuori legge
L’abitudine di portare le sedie fuori casa per chiacchierare nelle serate calde è una scena familiare a molti italiani del Sud, ma anche in altri Paesi del Mediterraneo si tratta di una consuetudine profondamente radicata. In Andalusia, questa pratica è così diffusa da essere considerata parte integrante della vita quotidiana, tanto che in alcune zone è stata perfino proposta come patrimonio immateriale dell’UNESCO. Tuttavia, recenti richiami della polizia locale di Santa Fe, nella provincia di Granada, hanno acceso un acceso dibattito, mettendo in discussione questo simbolo di socialità e tradizione.
Tutto è partito da un post sui social pubblicato dalla polizia municipale di Santa Fe, che ha invitato i cittadini a rispettare le regole sulla gestione dello spazio pubblico. L’immagine allegata ritraeva alcune signore sedute sui marciapiedi davanti a casa, intente a chiacchierare e godersi il fresco serale. La didascalia, seppur formale e pacata, ha colpito un nervo scoperto: si è parlato subito di “nonne fuorilegge”, con ironia e indignazione da parte dei cittadini, che hanno visto in quel richiamo una minaccia alla loro identità culturale.
Il semplice gesto di portare una sedia in strada si è trasformato, così, in un atto quasi politico. In un’epoca in cui molte tradizioni locali sono in declino, la difesa di questo rituale estivo è diventata una battaglia per la memoria collettiva. Sedersi fuori, a “prendere il fresco”, non è solo una strategia per sfuggire al caldo: è un rito sociale, un momento di aggregazione che permette agli anziani di uscire dall’isolamento e ai vicini di mantenere un legame. Non sorprende quindi che la comunità si sia mobilitata per difendere ciò che considera un diritto acquisito.
A fronte dell’ondata di commenti sarcastici e indignati sui social, il sindaco Juan Cobo è intervenuto pubblicamente per chiarire la posizione del Comune. Nessuno, ha assicurato, intende vietare alle persone di sedersi all’aperto, purché lo facciano con rispetto e senza recare disturbo. Il richiamo della polizia, ha precisato, era rivolto soprattutto a chi organizza feste o grigliate in strada, provocando rumori molesti o ostruendo il passaggio. L’intenzione non era certo quella di criminalizzare le signore sedute sull’uscio.
Un equilibrio difficile tra tradizione e ordine pubblico
La vicenda di Santa Fe mette in evidenza un problema comune a molte realtà urbane: il difficile equilibrio tra il rispetto delle tradizioni popolari e le esigenze di regolamentazione degli spazi pubblici. Anche in Italia, le norme comunali vietano l’occupazione del suolo pubblico senza autorizzazione, ma nella pratica, soprattutto nei piccoli centri, queste regole vengono spesso applicate con una certa elasticità. Il buon senso e la tolleranza reciproca restano strumenti essenziali per mantenere la convivenza civile.
In Spagna, l’occupazione abusiva del suolo pubblico può essere punita con multe anche salate, soprattutto nelle grandi città come Madrid e Barcellona, dove il traffico e il transito pedonale sono più intensi. Tuttavia, nei contesti rurali o nei paesi più piccoli, le autorità locali tendono a chiudere un occhio, proprio in virtù della natura conviviale e inoffensiva di questa abitudine. L’assenza di una regolamentazione uniforme lascia spazio a interpretazioni, e ciò può generare confusione e malcontento.
Il valore culturale della socialità spontanea
Il caso delle “nonne andaluse” rappresenta anche un’occasione per riflettere sul valore della socialità spontanea, spesso messa in ombra da una gestione troppo rigida degli spazi urbani. In un mondo sempre più digitalizzato e individualista, sedersi per strada a parlare con i vicini rappresenta un gesto di resistenza alla solitudine, una forma di comunità che merita di essere protetta. È importante distinguere tra comportamenti che creano disagio e quelli che, al contrario, arricchiscono il tessuto sociale.
E’ importante trovare soluzioni che concilino il rispetto delle regole con la tutela delle tradizioni. Le amministrazioni pubbliche devono saper riconoscere il valore culturale di certe pratiche, senza però sacrificare l’ordine e la sicurezza. La chiave sta nel dialogo tra istituzioni e cittadini, affinché usanze come “tomar el fresco” possano continuare a essere parte viva e gioiosa del paesaggio urbano.