Cronaca di Palermo

Scuola, in Sicilia accorpamenti rinviati di un anno: “Niente più medie ed elementari ma istituti comprensivi”

Slitta di un anno il cosiddetto dimensionamento scolastico in Sicilia, provvedimento che comporterà una serie di accorpamenti di istituti scolastici che, di fatto, provocheranno diversi tagli tra i lavoratori del mondo della scuola. Con il provvedimento contenuto nel decreto Milleproroghe, infatti, il governo nazionale consente alle Regioni di derogare fino al 2,5 per cento rispetto al numero delle scuole da tagliare, rivedendo entro il 5 gennaio 2024 anche i piani eventualmente già approvati.

“La verticalizzazione della scuola”

A chiarire cosa la riforma comporterà è l’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale Mimmo Turano. “Ventitré è il numero di anni di ritardo che si sono accumulati per fare una riforma prevista dal legislatore nazionale e regionale nell’interesse esclusivo delle mamme e dei bambini”, esordisce in un video condiviso sui social. “Noi lo abbiamo fatto a fine dicembre e pubblicato il 5 gennaio. Abbiamo fatto la verticalizzazione della scuola elementare. Che significa? Che le mamme che portano i bambini alla scuola elementare sanno che possono essere seguiti fino alla scuola media”.

“In Sicilia le scuole erano come negli anni ’70: le scuole elementari e le scuole medie – prosegue l’assessore -. Assolutamente inidonee a garantire la continuità didattica che invece serve a genitori e ragazzi. Oggi abbiamo colmato questa lacuna”.

“Dal prossimo anno – spiega ancora Turano – non ci saranno più scuole medie e scuole elementari ma istituti comprensivi, cioè scuole che permettono ai genitori di avere una maggiore formazione didattica e che impegnano i presidi a quella sana competizione per garantire alle famiglie e ai ragazzi i servizi didattici aggiuntivi che qualificano la scuola siciliana”. 

“Non è vero che chiudono le scuole – conclude -. Nessun bambino cambierà scuola, gli edifici rimarranno lì, gli alunni pure e ci saranno maggiori servizi. Sono contento di aver raggiunto questo obiettivo”.

I tagli in programma

Disapprovazione verso il provvedimento ha chiaramente espresso la Flc Cgil siciliana e palermitana durante il tavolo che si è svolto ieri tra assessorato all’Istruzione, Usr e organizzazioni sindacali. Al momento per il 2024-2025 sono 18 le autonomie salvate in Sicilia, ma solo temporaneamente, ossia solo per l’anno scolastico 2024/2025. Si tratta di 15 istituti superiori e 3 istituti comprensivi.  

In Sicilia, in totale, i tagli di autonomia annunciati per l’anno a venire saranno 75 e non più 93. Saranno 23 però l’anno successivo. Nel dettaglio, la provincia di Palermo perderà 17 autonomie (e non le 19 annunciate), Trapani 8, Ragusa 6, Caltanissetta 5, Agrigento 7, Catania 14, Enna 3, Siracusa 8 e Messina 7. “Ma ciò vale solo per un anno, il 2024-2025, e senza che su queste scuole possano verificarsi trasferimenti o assunzioni di dirigenti o di direttori dei servizi, perché verranno date a reggenza con possibilità di esonero o semiesonero per il ‘docente vicario’”, dichiarano il segretario generale Flc Cgil Sicilia Adriano Rizzo e Fabio Cirino, segretario regionale con delega al dimensionamento scolastico e segretario generale Flc Cgil Palermo.

Flc Cgil Sicilia: “Ennesima operazione di risparmio”

“Un provvedimento quindi temporaneo, frutto probabilmente – aggiungono – dei problemi che si stanno determinando nelle regioni per l’attuazione pratica della norma. Ma anche inutile nella sostanza: nel triennio, infatti, sono confermati tutti i tagli delle autonomie già decisi“.

“I cittadini in primis e tutti i lavoratori della scuola – concludono i sindacalisti – hanno ben capito che si tratta dell’ennesima operazione di risparmio sulla pelle della scuola italiana, che non potrà essere mascherata da nessuna pezza peggiore del buco. Resta ferma la nostra condanna e tutto il disappunto per un’operazione di tagli ai danni delle istituzioni scolastiche autonome che insieme ad altri provvedimenti, come quello sull’autonomia differenziata e la riforma degli istituti tecnici e della filiera tecnologica, causeranno l’impoverimento dell’istruzione e la disarticolazione della scuola della Costituzione”.

 

 

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Redazione PL