Cronaca di Palermo

Scontro tra famiglie nel Palermitano, dopo l’accoltellamento le minacce: due arresti

I Carabinieri della Compagnia di Partinico, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di due indagati, un 44enne e un 33enne. Uno si trova ora in carcere, l’altro ai domiciliari con controllo elettronico a distanza. Secondo l’ipotesi accusatoria contenuta nel provvedimento del G.I.P., sarebbero responsabili del reato di atti persecutori ai danni di un 49enne e della sua famiglia.

Scontro tra famiglie finisce nel sangue

Le misure cautelari sono state emesse in considerazione dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dagli investigatori a carico degli odierni indagati, legati da vincoli parentali, i quali avrebbero posto in essere reiterati danneggiamenti e azioni intimidatorie nei confronti di un intero nucleo familiare. Il tutto in risposta a quanto avvenuto nel corso di un grave scontro, registrato tra le vie di Borgetto nella notte dello scorso 25 settembre tra il gruppo familiare riconducibile agli indagati e quello destinatario della citata azione persecutoria. Tra inseguimenti e speronamenti, lo scontro è terminato con l’accoltellamento di due persone, una delle quali raggiunta dalle citate misure cautelari.

Paura e armi al seguito

Al riguardo, l’attività investigativa ha consentito di documentare come l’azione persecutoria avrebbe provocato, nelle vittime, un grave stato di ansia e di paura per la propria incolumità. Li avrebbe addirittura indotti a non uscire più di casa dopo il citato episodio o, in un caso, a farlo portando al seguito pistola e munizioni pronte all’impiego. Per questo specifico episodio era scattato, in precedenza, un arresto in flagranza da parte dei militari dell’Arma.

Giova precisare che gli odierni destinatari di misura restrittiva, sono, allo stato, indiziati in merito ai reati contestati. La loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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Redazione PL