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Scandalo all’Università di Reggio Calabria: interdetto anche il rettore

La Guardia di finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura, ha eseguito otto misure interdittive nei confronti di otto docenti e dipendenti dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Tra gli altri, anche il rettore Santo Marcello Zimbone e il pro rettore vicario Pasquale Catanoso. Il  Gip ha disposto il provvedimento su richiesta della Procura diretta da Giovanni Bombardieri. L’Università nel passato era stata “chiacchierata”, ma  i via a queste   indagini si è avuto dopo un esposto presentato da una candidata non risultata vincitrice in occasione della procedura di valutazione per un posto di ricercatore.

Fra l’altro, alla candidata, che aveva avviato una causa amministrativa, sarebbe stato suggerito di rinunciare all’azione giudiziaria. Ed “aspettare il proprio turno” per future opportunità professionali all’interno del Dipartimento. Le procedure comparative e concorsuali “pilotate”, secondo l’accusa, riguardavano indistintamente le posizioni di ricercatori. Ma anche  di professori ordinari e associati, di assegnisti di ricerca nonché le selezioni per l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.

«ACQUISTI CON LA CARTA DI CREDITO DELL’UNIVERSITÀ»

Nei confronti del pro rettore Pasquale Catanoso,  il gip ha disposto anche l’esecuzione di un sequestro preventivo del valore di circa 4mila euro. L’accusa sostiene che dal gennaio 2017 al luglio 2019 Catanoso avrebbe utilizzato reiteratamente la carta di credito intestata all’Ateneo. Se ne sarebbe servito  per pagamenti concernenti l’acquisto di regalie con cui omaggiare i suoi conoscenti. In ambito istituzionale, politico ed universitario. Ma anche per trasferte verso Parigi e Roma non giustificate da impegni ufficiali, ma finalizzate a far visita alla figlia, per pranzi e cene di piacere, e per l’acquisto di biglietti ferroviari e spostamenti in taxi per sé e per i suoi congiunti.

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Redazione PL