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Sanatoria case costruite vicino il mare, arriva il primo sì all’Ars: “Una follia, no alla svendita del territorio”

Il primo sì per la sanatoria delle case costruite in Sicilia sulle spiagge negli anni compresi fra il 1976 e l’1 ottobre 1983 è arrivato. La commissione Territorio e ambiente dell’Ars ha dato, infatti, il suo via libera alla proposta presentata  dal capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza, componente della stessa commissione. Adesso il testo dovrebbe finire all’Ars per l’approvazione finale.

Cosa prevede la sanatoria

Il testo di FdI mette il paracadute a tutte quelle pratiche  presentate in base alla legge del 1985 e fino ad oggi bocciate dalla complessa e ingarbugliata interpretazione delle leggi nazionali e regionali.

Nel 1985 sono state presentate oltre 400 mila domande – ha spiegato Assenza – . Moltissime di queste, ben 207 mila circa, si trovano proprio in questa situazione e per questo motivo sono in un limbo: non sono mai state bocciate, ma nemmeno possono essere approvate. Giacciono negli archivi dei Comuni. Con questa norma di interpretazione autentica diamo una direzione rimediando anche a una diversità di trattamento visto che per situazioni analoghe ci sono state valutazioni diverse da una zona all’altra della Sicilia”. Con l’approvazione della sanatoria si recupererebbero diverse migliaia di case costruite a 150 metri dal mare.

Gli ambientalisti non ci stanno e attraverso una nota Legambiente ha dichiarato: “In Sicilia si preferisce la strada del condono. A dimostrarlo il primo sì della Commissione ambiente e territorio dell’Assemblea regionale al condono che prevede di sanare gli abusi edilizi commessi entro la fascia di 150 metri dal mare (a inedificabilità assoluta)”.

Da Carini: “Questa sanatoria è una follia”

Uno dei pochi sindaci del territorio di Palermo contrari a questa sanatoria è quello di Carini, Giovì Monteleonem che proprio alla redazione di Palermo Live qualche settimana fa aveva manifestato il proprio dissenso. “È una follia perché significa vanificare tanto lavoro svolto per ripristinare lo stato originario delle nostre spiagge – afferma il primo cittadino -, è un’ingiustizia nei confronti di chi vuole fruire del mare per la balneazione e anche nei confronti degli stessi abusivi che già hanno subìto le demolizioni. Inoltre istiga i destinatari delle ordinanze di demolizioni a resistere in sede amministrativa rallentando le procedure avviate, con tanta fatica, per ridare il mare alle presenti e alle future generazioni.

Voglio sperare che l’assemblea regionale abbia il buon senso di respingere questa provocazione – continua il primo cittadino – nell’interesse dell’ambiente nell’interesse della Sicilia e dei siciliani per i quali, ricordo, il mare è la principale risorsa di vita e fonte di lavoro. Non si può svendere il territorio e il nostro futuro per un pugno di voti. Ci opporremo con tutti i mezzi e con tutte le forze e in tutte le sedi – conclude Monteleone – a questa scelta scellerata sicuri che è nostro compito fondamentale difendere il lavoro svolto, la nostra terra, il nostro mare e i siciliani che ci vivono”.

A Carini continuano le demolizioni

 Dal 2015 ad oggi a Carini sono stati 1132 i provvedimenti repressivi emessi, tra ordinanze di demolizione, di inottemperanza alla demolizione, di acquisizione al patrimonio comunale e di sgombero. Sono state accertate più di 20 lottizzazioni abusive e i 303 immobili ricadenti in zona di inedificabilità assoluta demoliti. In questa settimana, inoltre, altri sei immobili abusivi, tra cui un insediamento abitativo composto da ben otto casette (alcune prefabbricate e alcune in muratura) che si trova sul lungomare Cristoforo Colombo. Proprio sul lungomare, lunedì scorso le ruspe sono tornate in azione per demolire una villetta, grande circa 100 metri quadrati.

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Elian Lo Pipero