Sono trascorsi 35 anni da quel 21 settembre 1990 in cui Rosario Livatino, magistrato agrigentino impegnato nella lotta all’illegalità, fu ucciso dalla mafia a soli 38 anni. Questa mattina sul luogo dell’eccidio, sulla strada statale Agrigento e Caltanissetta, si è tenuta la cerimonia commemorativa che ha visto la presenza, in rappresentanza del governo regionale, dell’assessore al Territorio Giusi Savarino.
In occasione della ricorrenza, Treccani, in collaborazione con la Regione Siciliana, ha deciso di pubblicare il libro “Rosario Livatino tra diritto e fede”, curato da Gaetano Armao, docente di Diritto amministrativo dell’Università di Palermo.
Il volume si basa sullo studio di due documenti inediti, integrali e autografi del magistrato agrigentino: la tesi presentata al termine del percorso accademico della Scuola di perfezionamento dell’Università di Palermo, il 21 aprile 1990, e l’orazione funebre pronunciata il 12 settembre 1983, in occasione dei funerali di Elio Cucchiara, sostituto procuratore ad Agrigento.
Il “giudice ragazzino” – così Livatino è stato ribattezzato – è stato ricordato sabato nel corso del Giubileo degli operatori di giustizia, a piazza San Pietro. Nel maggio 2021 Livatino è stato proclamato beato da papa Francesco.
“Per lui – ha detto monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi – la fede e il diritto erano realtà interdipendenti, tra le quali a volte c’è un confronto armonioso, a volte lacerante, ma sempre vitale e indispensabile”. Arrieta, tra l’altro, ha ricordato che Livatino siglava i documenti con l’acronimo “stD”, sub tutela Dei, nella “consapevolezza di svolgere una funzione alla presenza dell’Altissimo e confidava in Lui”.
“Oggi ricordiamo con profonda commozione il sacrificio del giudice Rosario Livatino, ucciso 35 anni fa dalla mafia. La sua vita è stata un esempio di coraggio, integrità morale e dedizione alla giustizia, unendo i principi della sua fede con il servizio alla comunità. La memoria di Livatino ci sprona a rinnovare ogni giorno l’impegno per una Sicilia libera da mafia e corruzione, difendendo con fermezza legalità e giustizia. La Sicilia non dimentica”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione della ricorrenza.