Rifiuti, finita l’era dei cassonetti gialli: arrivano i vermi mangia plastica | Li danno in dotazione come i sacchetti della monnezza

Rifiuti plastica - fonte pexels - palermolive.it
Una scoperta che cambierà il destino del pianeta, sommerso dalla plastica, scoperto un animale che se la mangia
Ogni anno il nostro pianeta è invaso da una quantità impressionante di plastica. Le cifre parlano chiaro: oltre 350 milioni di tonnellate di rifiuti plastici vengono prodotte globalmente, accumulandosi nei mari, sulle spiagge e nelle discariche. Questo materiale, tanto comodo quanto dannoso, impiega secoli per degradarsi e rappresenta una minaccia crescente per gli ecosistemi. In un mondo che fatica a trovare soluzioni sostenibili, ogni nuova scoperta rappresenta una speranza.
È proprio in questo scenario critico che emerge la sorprendente scoperta di due giovani scienziate vietnamite, Lê Trân Hiên Mai e Nguyên Hà Chi. Le due studentesse hanno attirato l’attenzione del mondo scientifico con una proposta tanto semplice quanto geniale: utilizzare il verme della cera per combattere la plastica. Questo insetto, una larva della Galleria mellonella, ha infatti dimostrato di possedere un’inaspettata abilità nel degradare il polietilene, una delle plastiche più resistenti e diffuse.
La chiave di questa capacità straordinaria risiede negli enzimi contenuti nella saliva del verme. Questi enzimi riescono a rompere le lunghe catene polimeriche del polietilene, trasformandole in sostanze chimicamente meno pericolose, come il glicole etilenico. Un processo che in natura richiederebbe centinaia di anni, viene così accelerato in modo significativo. Non è magia, ma biochimica pura, e rappresenta un campo di ricerca promettente che potrebbe cambiare le regole del gioco nella gestione dei rifiuti.
Le due giovani ricercatrici non si sono limitate a osservare il fenomeno in laboratorio. Hanno immaginato un futuro in cui questi vermi possano essere utilizzati su larga scala, magari nelle discariche, per ridurre la presenza di plastica in modo naturale. Il loro obiettivo è trasformare la scoperta in una soluzione reale, implementabile a livello industriale, e magari anche domestico, per aiutare tutti a gestire meglio i rifiuti plastici.
Il riconoscimento internazionale
L’importanza di questa scoperta non è passata inosservata. Nel 2023, Lê Trân Hiên Mai e Nguyên Hà Chi sono state premiate con la medaglia d’oro alle Olimpiadi Mondiali di Invenzione e Creatività (WICO), un riconoscimento che celebra l’ingegno giovanile e le soluzioni innovative. Il premio ha dato visibilità internazionale alla loro ricerca, sottolineando come anche piccole realtà possano offrire risposte concrete a problemi globali.
Nonostante l’entusiasmo, la scoperta porta con sé anche interrogativi. Il processo di degradazione, infatti, produce anidride carbonica, contribuendo all’effetto serra. Inoltre, i sottoprodotti chimici generati durante la decomposizione della plastica non sono ancora del tutto noti. La scienza deve quindi procedere con cautela, per assicurarsi che una soluzione a un problema non diventi la causa di un altro.
Il potere della natura e dell’ingegno umano
Ciò che rende questa scoperta davvero affascinante è il connubio tra natura e intelligenza umana. In un mondo alle prese con emergenze ambientali sempre più gravi, spesso le risposte più efficaci arrivano osservando la natura. Il verme della cera, da semplice parassita degli alveari, si trasforma così in un possibile alleato ecologico.
La storia di queste due studentesse vietnamite è un esempio di come l’innovazione possa nascere anche da piccoli gesti e osservazioni. In un momento storico in cui la lotta all’inquinamento sembra quasi impossibile, la loro ricerca rappresenta uno spiraglio di speranza. Forse, un giorno, grazie a intuizioni come la loro, potremo immaginare un mondo davvero più pulito.