“Restituite tutte le patenti”, emessa l’ordinanza ai prefetti: SOSPESA la riforma del CDS | Te la spediscono a casa con le scuse di Salvini

Patente (sicurauto) - palermolive

Patente (sicurauto) - palermolive

È caos sul fronte patente: i giudici danno torto al governo e rimettono tutto in discussione.

Negli ultimi anni, ottenere e mantenere la patente è diventato sempre più difficile. Non solo per l’aumento dei costi di conseguimento, ma anche per le nuove norme stringenti sul comportamento alla guida. Tra revisioni più severe, sanzioni più pesanti e limiti quasi zero su alcol e droghe, molti automobilisti si sono ritrovati privati del documento anche per situazioni non legate alla guida pericolosa.

La patente è uno dei simboli più forti dell’autonomia personale. Per milioni di italiani è un documento essenziale per lavorare, studiare, curarsi, vedere la famiglia. Eppure, con le ultime modifiche del Codice della Strada, bastava anche solo risultare positivi a una sostanza – anche giorni dopo l’assunzione – per vedersela sospesa a tempo indefinito. Questo, indipendentemente da qualsiasi valutazione reale sullo stato psicofisico al momento della guida.

Una stretta che ha fatto molto discutere, introdotta dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini nel contesto di una più ampia riforma della sicurezza stradale. L’articolo 187 del Codice della Strada è stato modificato per rendere più severa la tolleranza nei confronti di chi fa uso di sostanze stupefacenti, ma qualcosa – anzi, più di qualcosa – non ha convinto i giudici.

Le prime sentenze smontano la legge

Prima una, poi due, adesso tre. Sono tre le pronunce, tutte recenti, che hanno di fatto smontato la riforma. In ognuna di esse, i giudici hanno ribadito un principio chiaro: non basta risultare positivi ai cannabinoidi per essere considerati “alla guida sotto effetto”. Serve una prova concreta di alterazione. Una valutazione medica. Una dinamica pericolosa. Qualcosa, insomma, che colleghi l’assunzione della sostanza a un reale rischio per sé o per gli altri.

Invece, la nuova norma – come spiegano i legali delle cause – ha eliminato la necessità di dimostrare che il conducente fosse in uno stato psicofisico alterato. Bastava un test positivo anche dopo due o tre giorni dall’uso (quando non si è più sotto effetto) per far scattare il ritiro della patente. Una misura giudicata sproporzionata e, secondo alcuni tribunali, incostituzionale.

auto (pexels) - palermolive
auto (pexels) – palermolive

“Fumare” e guidare due giorni dopo? Ora è possibile

In uno degli ultimi casi finiti in tribunale, un automobilista era stato fermato per un normale controllo, risultato positivo ai cannabinoidi, ma senza nessun segno di alterazione. Nessun incidente, nessuna guida pericolosa. Eppure, patente ritirata. La sentenza ha ribaltato la decisione: nessun automatismo può giustificare una sanzione così grave, ha dichiarato il giudice.

Così, oggi, il messaggio che arriva è chiaro: se una persona ha fumato cannabis in precedenza, ma al momento della guida non è alterata, non può essere punita. Almeno finché non verrà dimostrato il contrario. Il rischio? Che centinaia di sospensioni avvenute sulla base della riforma vengano annullate o impugnate, e che le patenti tornino indietro. Una vera retromarcia normativa. E la risposta del ministero? Per ora, silenzio. Ma le scuse potrebbero arrivare… insieme alla patente spedita a casa.