Cronaca di Palermo

La protesta dei trattori travolge il Palermitano, chiusi diversi svincoli sull’A29

Continua ad infiammarsi la protesta degli agricoltori in Sicilia e nel Palermitano. Chiusi gli svincoli autostradali sulla Palermo-Mazara del Vallo nei comuni di Partinico, Montelepre e Terrasini, provocando disagi alla circolazione stradale.

Il lungo serpentone dei trattori sta percorrendo la statale 113 in direzione di Palermo.

Il presidio sulla Sciacca-Palermo

“Non intendiamo partecipare ad alcun tavolo tecnico alla Regione, chiediamo piuttosto che siano il presidente Schifani o l’assessore Sammartino a venire qui a parlare con noi”. Così dichiara Gaspare La Marca, responsabile del Movimento spontaneo dei produttori agricoli del Belice, che ha organizzato un presidio permanente di agricoltori e allevatori sulla scorrimento veloce Sciacca-Palermo, all’altezza del bivio Gulfa, in territorio comunale di Santa Margherita di Belice. Presidio iniziato lunedì scorso e che rimarrà almeno fino al prossimo 22 febbraio.

La protesta sulle Alte Madonie

Solo qualche giorno fa, 500 mezzi agricoli e altrettanti lavoratori del comparto hanno attraversato le principali strade dei comuni delle Alte Madonie, partendo dal ponte di Resuttano (Cl) e passando per Alimena, Bompietro e Petralia Soprana (Pa), sulla Sp19 e la Ss290. 

Le richieste degli agricoltori

“Chiediamo la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l’obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo – spiega Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie -, abolizione definitiva dell’IRPEF agricola e dell’IMU, l’adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all’aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei Contributi PAC e PSR, l’immediato decreto di declaratoria di calamità naturale per l’annata agraria 2023/2024, l’aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale”. 

“Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio – conclude Santa Gangi, portavoce del Comitato -, specialmente interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare”.

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Redazione PL