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Nel processo a Salvini, tanti «non ricordo» dello smemorato Toninelli

Matteo Salvini, il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno, è indagato per “sequestro di persona”. Nell’aula bunker di Catania si celebra l’udienza preliminare sul caso Gregoretti, la ong con 131 immigrati dei quali venne ritardato lo sbarco nel 2019. Ma non c’è solo lui, nell’aula bunker. Sono stati chiamati a deporre anche altri ex ministri del governo gialloverde allora in carica: oggi in tribunale c’erano anche Danilo Toninelli ex ministro dei Trasporti ed Elisabetta Trenta, ex ministra della Difesa.

I “NON RICORDO” DI TONINELLI

Questa è una sintesi del botta e risposta tra Bongiorno e Toninelli, che Repubblica è riuscita a ricostruire.
Avvocato Bongiorno: “Ricorda il contenuto del contratto di governo sull’immigrazione?”.
Toninelli: “Non l’ho seguito io”.
Avvocato Bongiorno: “Ricorda le modifiche richieste al trattato di Dublino?”.
Toninelli: “Non ricordo esattamente come volessimo modificare Dublino e al ministero non me ne occupavo. Nei Consigli dei ministri non emerse alcun indirizzo politico sulla modifica di Dublino. Mai”.
Avvocato Bongiorno: “Come avveniva la redistribuzione dei migranti?”.
Toninelli: “Non so, non era competenza del mio ministero, per il ricollocamento non ebbi competenza. Io non sapevo delle attività diplomatiche. La mia competenza finiva quando la nave attraccava al molo”.

L’avvocato Bongiorno allora stringe sul caso Gregoretti: “Come mai è stato indicato come porto Catania?”.
Toninelli: “Non compete a me, non lo decidevo io. Non so dire perché la nave attraccò lì (ma la nave non ha mai attraccato a Catania, bensì ad Augusta, ndr). Non ricordo se ci fu un Cconsiglio dei ministri all’epoca. Portate pazienza”.
Avvocato Bongiorno: “L’allora ministro Salvini non fece mai sbarcare i migranti prima della redistribuzione. Lo fece da solo o ne eravate a conoscenza?”.
Toninelli: “Non ne ho contezza”.
Avvocato Bongiorno: “E i decreti sicurezza li ricorda?”.
Toninelli: “Ricordo il principio”.
Avvocato Bongiorno: “Ricorda i tweet scritti da lei: non li faremo sbarcare?”.
Toninelli: “Non ricordo ma potrei averlo scritto. È dibattito politico, non giuridico”.
Avvocato Bongiorno: “Sul divieto di ingresso in acque territoriali di Open Arms c’era la sua firma. Lo ricorda? La riconosce?”.
Toninelli: “Se ho firmato sì, ma non ricordo il contesto”.
Avvocato Bongiorno: “Quando ci furono casi di polemiche sugli sbarchi, lei scriveva post: siamo al lavoro”.
Toninelli: “Era dibattito politico, era un post su Facebook…”.

Parole che alla fine costringono persino il giudice Sarpietro a intervenire: «Sì, ma questo dibattito politico a qualche provvedimento amministrativo deve pure aver portato perché la gente in mare, sa, continua ad andare e anche a morire.»

I POST DEL MINISTRO TONINELLI

L’avvocato Bongiorno ha replicato ancora, ricordando all’ex ministro alcuni post da lui pubblicati su Facebook o Twitter a proposito della Sea Watch. “Anche la Corte di Strasburgo dà ragione al Governo e torto a Sea Watch. Dobbiamo garantire ai migranti viveri, cure e assistenza adeguata. Ed è quello che stiamo facendo. Ma non abbiamo obblighi sullo sbarco. E non li faremo sbarcare finché la Ue non batte un colpo. Avanti così”, era scritto in uno. Ed in un altro del 26 gennaio del 2019: “C’è qualcuno che favorisce la partenza dei barconi della morte, ma il governo del cambiamento non è più disposto ad accettare questo stato di cose. L’Olanda conosceva da subito i reali intendimenti della Sea watch”. Toninelli ha risposto ancora: «Non ricordo».

COSA DICE TONINELLI

Sulla vicenda Salvini, Toninelli ha detto: «Per l’assegnazione del porto sicuro a terra c’è un mandato unico al ministro dell’Interno che è il responsabile. Stiamo assistendo invece al tentativo di scaricare sul ministero dei Trasporti responsabilità sue. Un tentativo realizzato dall’uomo che diceva di difendere i confini italiani, che era l’uomo forte al Governo ─ ha ancora aggiunto ─. Sono le leggi nazionali e internazionali che spiegano che l’assistenza in mare spetta al ministero dei trasporti, ma l’assegnazione del porto per lo sbarco è responsabilità unica de ministro dell’Interno”. Per Toninelli, «Salvini a parole faceva il duro e poi scaricava su altri le responsabilità».

 

Published by
Pippo Maniscalco