Salute e Famiglia

Pfizer: «Potrebbe servire una terza dose, e poi il richiamo annuale»

Alber Bourla, amministratore delegato della Pfizer, in una intervista ad un canale televisivo americano, la Cnbc, ha parlato delle vaccinazioni con il prodotto distribuito dalla sua azienda. Ha detto che probabilmente sarà necessaria una terza dose del vaccino Pfizer. Infatti nelle sue dichiarazioni ha detto che è uno scenario probabile, da prevedere nel caso tra 6 e 12 mesi dopo la seconda dose. «Da lì, poi, ci sarà un richiamo annuale. Ma tutto deve essere confermato. E, di nuovo, le varianti avranno un ruolo fondamentale», ha precisato.

IL RICHIAMO ANNUALE

Comunque l’ipotesi di un richiamo annuale, ha detto Bourla, deve essere ancora valutata. «E’ estremamente importante eliminare il bacino delle persone che possono essere esposte al virus», ha aggiunto. La Cnbc, sul proprio sito, ha ricordato che Pfizer all’inizio del mese ha diffuso ulteriori dati relativi alle qualità del vaccino: il farmaco ha un’efficacia contro il coronavirus superiore al 91%, e e una ancora superiore, al 95%, nel contrastare la forma grave della malattia anche 6 mesi dopo la somministrazione della seconda dose. I dati sono il prodotto di trial che hanno coinvolto oltre 12.000 persone.

ALLO STUDIO UN VACCINO ORALE BUONO ANCHE PER ALTRI VIRUS

Pfizer è in prima linea anche per quanto concerne il prossimo futuro, oltre che nella campagna vaccinale attualmente in corso. L’attuale vaccino che produce previene oltre che lo sviluppo della malattia, anche l’infezione vera e propria dal virus. Ma la ricerca non si ferma, ed ora l’azienda americana sta studiando un nuovo farmaco che avrebbe due caratteristiche fondamentali. Potrebbe essere assunto per via orale e, nelle intenzioni degli scienziati, dovrebbe prevenire anche da altri tipi di coronavirus. Ovvero, l’incubo della comunità scientifica, che vede il rischio di altre epidemie dopo quella in corso.

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Pippo Maniscalco