Cronaca di Palermo

Paolo Taormina lavorava in America, è tornato a Palermo perché suo padre gli aveva comprato il locale

Il ventunenne Paolo Taormina era tornato a Palermo dagli Stati Uniti, dove lavorava, grazie al padre che gli aveva promesso di comprargli il locale. A raccontarlo è il cugino del padre mentre si trova davanti la camera mortuaria del Policlinico di Palermo insieme a tutta la famiglia del giovane ucciso sabato notte davanti al locale di famiglia “O’ Scrusciu” in via Spinuzza a pochi passi dal Teatro Massimo. “Paolo Taormina era un ragazzo bravo, educato, lavoratore, umile, era il figlio che tutti vorrebbero – dice in lacrime il cugino del padre. Se n’era andato negli Stati Uniti per lavorare. Il padre per farlo tornare gli ha comprato questo locale. Ora si mangia le mani: “per colpa mia mio figlio è morto” dice”.

Paolo avrebbe importunato la ragazza di Maranzano, la famiglia smentisce: “Non è giusto che passino notizie inesistenti. Come si fa a dire che Paolo avrebbe importunato la ragazza di quello? Paolo era con i suoi genitori, il fratello, la sorella. Ad un certo punto sono arrivate nove persone – racconta – Tutte persone senza criterio. Paolo è uscito dal locale per dirgli di calmarsi, perché là si stava lavorando. Ragazzi calmatevi, ci dobbiamo solo divertire, avrebbe detto la vittima. Va bene, risponde quel signore (Maranzano, ndr)”.

“Dopodiché, gli ha puntato la pistola alla tempia ha fatto fuoco e se n’è andato – continua l’uomo – Non c’è nient’altro da dire. Questa è la verità dei fatti. La sorella ha cercato di soccorrere il fratello e per miracolo non è stata uccisa anche lei, perché quello là prima di andarsene si è permesso di puntare la pistola anche contro di lei, per poi scappare, facendosi spazio. Non ci sono altre verità. Tutto è successo davanti alla mamma che si è vista ammazzare il figlio, davanti al fratellino di 6 anni e alla fidanzata. La mamma non si dà pace. É stata lei a tamponare la ferita del figlio, mettendogli il dito nel foro provocato dal proiettile. Non c’è motivo di fare la Tac per cercare il proiettile” prosegue il cugino del padre di Paolo, a proposito del primo esame previsto per stasera.

Maranzano era un frequentatore della zona e del locale: “Avevamo già visto quel ragazzo, mi aveva colpito la faccia aggressiva veniva ogni sabato al locale” ha affermato la sorella di Paolo, Sofia. Nel pomeriggio l’autopsia sul corpo di Paolo per stabilire le cause del decesso.

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Redazione PL