Pane, se lo congeli puoi mangiarne quanto ne vuoi: il medico lo spiega chiaramente | “È il nostro trucco per non ingrassare”

Pane (Pexels) PalermoLive
In Italia il pane è uno degli alimenti più amati ma bisogna moderarne l’uso in caso di dieta. C’è un trucco.
L’amore degli italiani per il pane è un sentimento radicato nella storia e nella cultura culinaria del Paese. Considerato un alimento base e un simbolo di convivialità, il pane accompagna quotidianamente i pasti sulle tavole di tutta la penisola. Sebbene il consumo pro capite annuo si attesti intorno ai 41 kg, un dato in calo rispetto al passato, la sua importanza rimane indiscussa.
La varietà di forme di pane in Italia è sorprendente, spaziando da filoni allungati a pagnotte rotonde, da rosette a ciabatte, ognuna spesso legata a tradizioni locali. Questa diversità riflette la ricchezza del patrimonio gastronomico regionale.
Anche la tipologia di pane varia enormemente da regione a regione, con ricette che utilizzano diverse tecniche di lavorazione e spesso legate a specifici territori. Pensiamo al pane carasau sardo, sottile e croccante, al pane di Altamura DOP pugliese, famoso per la sua durata, o al pane toscano DOP, senza sale, ideale per accompagnare salumi saporiti.
Si stima che in Italia esistano oltre 250 tipologie di pane, molte delle quali riconosciute come prodotti agroalimentari tradizionali o con marchi DOP e IGP, a testimonianza di un’arte panificatoria che si tramanda di generazione in generazione e che continua ad essere un elemento distintivo della nostra identità culinaria.
Le varie farine
In Italia, la farina di grano tenero è la base più diffusa per la panificazione, apprezzata per la sua capacità di sviluppare glutine, conferendo al pane la sua tipica sofficità e struttura alveolata. A seconda del grado di raffinazione, si distinguono la farina integrale, ricca di fibre e dal sapore rustico, la farina di tipo 2, meno raffinata della 0 e 00.
Oltre al grano tenero, si utilizzano diverse altre farine che conferiscono al pane caratteristiche uniche. La farina di grano duro, ad esempio, è fondamentale per la produzione di pani dalla consistenza più tenace e dal colore giallo paglierino. Altre farine amate includono quella di segale, dal sapore intenso e leggermente acidulo, e quelle di farro e kamut, apprezzate per le loro proprietà nutrizionali e il gusto particolare.
Il pane congelato fa meno male?
Alcune ricerche suggeriscono che congelare, scongelare e poi riscaldare il pane può effettivamente portare a una riduzione del suo indice glicemico. Questo fenomeno è legato alla retrogradazione dell’amido. Durante il raffreddamento e il congelamento, le molecole di amido tendono a riorganizzarsi in una struttura più resistente alla digestione enzimatica.
Questo processo fa sì che una parte dell’amido si trasformi in “amido resistente”, che viene assorbito più lentamente dall’organismo, portando a un innalzamento più graduale dei livelli di glucosio nel sangue. Riscaldare il pane dopo lo scongelamento può accentuare ulteriormente questa trasformazione, potenzialmente rendendolo un po’ meno impattante sulla glicemia rispetto al pane fresco.