“Il mio nome è Emanuel con una emme e il cognome Gy(Gi)asi”. Inizia con questa precisazione la conferenza stampa di presentazione di Emanuel Gyasi, secondo acquisto del Palermo arrivato dall’Empoli. “La trattativa è nata mentre ero in ritiro con l’Empoli. Il mio procuratore mi ha detto che c’era l’interesse del Palermo ero molto felice, un’opportunità alla quale non ho pensato due volte di accettarla”.
Nazionale ghanese? “Un discorso assolutamente aperto, mi ero deciso di allontanarmi un po’. Adesso dipenderà da quello che farò sul prato verde”.
Le origini palermitane: “Sono nato a Palermo, ero piccolissimo e quindi ho vissuto poco la città. Poi mia madre si è trasferita a Torino e ho fatto un po’ di giri, ma era destino che dovevo tornare a Palermo. Sono contento. Non sono mai venuto per vacanza, solo per affrontare il Palermo da avversario”. Con Augello e Ranocchia passato da compagni: “Sono contento di ritrovare entrambi, Tommy (Augello) mi ha subito scritto appena ha saputo che avevo firmato”.
Sulla squadra: “Dobbiamo lavorare partita dopo partita, seguendo le indicazioni del mister dobbiamo cercare allenamento dopo allenamento di costruire un gruppo forte così da poterci togliere grandi soddisfazioni. Un bel gruppo, alcuni li conoscevo già. Obiettivi personali? Il mio obiettivo l’ho dentro di me”.
Prime impressioni su Inzaghi: “Il mister l’ho sentito per telefono, mi ha dato una carica importante. Mi ha fatto capire perché mi ha voluto qui, è stato importante”. Gyasi ha giocato in quasi tutti i ruoli, anche portiere: “Ero nella Primavera del Torino, il nostro portiere era stato espulso e sono andato io in porta a sostituirlo (ride, ndr). Ho giocato dappertutto, mi metto a disposizione del mister: lui mi vede tutti i giorni in campo e seguirò le sue indicazioni sul ruolo da ricoprire”.
Amichevole col Manchester City: “Esordire al Barbera così è bello e stimolante, si va verso il sold out. Non vedo l’ora, ogni giocatore vorrebbe avere un esordio simile contro una squadra importante e piena di campioni. A chi mi ispiro? Il mio idolo è Cristiano Ronaldo, lo reputo un campione a tutti gli effetti. Anche a questa età, nonostante abbia vinto tutto, si pone ancora degli obiettivi. Un esempio di lavoro e sacrificio per ogni giovane. Io in campo fino a 40 anni? Lo deciderà in campo”.
Infine sul club: “Sono qua da due giorni, ma ho visto un livello alto di organizzazione. Non ci manca niente, penso quindi che bisogna far parlare solo il campo”.