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Palermo e la piaga del crack, bambini usati per spacciare ma non solo: “Consumo anche tra dodicenni”

“C’è bisogno della collaborazione delle scuole, perché queste ricevono e possono segnalare i piccoli disagi dei minori e quindi fare in modo che noi possiamo intervenire tempestivamente, per mettere in protezione bambini e ragazzi. Il fenomeno del consumo del crack, ad esempio, desta moltissima preoccupazione, perché purtroppo riguarda bambini di una fascia di età sempre più bassa: anche a 11 o 12 anni“. A parlare così è la procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, a margine dell’incontro “I giovani, la scuola, i quartieri”, organizzato all’Istituto comprensivo Giuliana Saladino dal preside Giusto Catania in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.

“Lo acquistano con facilità – prosegue la dottoressa Caramanna – costa poco, non ha bisogno di essere iniettato, ed è potentissimo, crea una dipendenza forte con degli effetti devastanti. Agisce sul cervello di questi ragazzini, che cominciano a commettere degli atti violenti: iniziano con dei furti in casa per poi passare a rapine, per comprare la droga”.

La procuratrice dei minori sottolinea un altro aspetto importante: “Abbiamo sempre più casi di bimbi che vengono utilizzati per lo spaccio. Spesso sono così piccoli da essere totalmente ignari di ciò che fanno, neppure sanno quello che stanno vendendo. Fino a 14 anni non sono imputabili e quindi vengono scelti proprio perché non è possibile avviare, nei loro confronti, un procedimento penale. Rispetto a questo, il fenomeno dell’abbandono scolastico, che si è un po’ ridotto ma che comunque persiste, implica che il minore resti a casa o per le strade, ed è molto verosimile che poi prenda la via dell’illegalità”.

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Redazione PL