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Nonni e anziani, anche a Palermo si celebra la prima Giornata Mondiale

Anche la Chiesa di Palermo celebra la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, domenica 25 luglio.
Alle 9:30, l’Arcivescovo Monsignor Corrado Lorefice presiederà l’Eucaristia presso la Parrocchia di Santa Silvia, a Tommaso Natale.
Sarà una festa per i giovani e per gli anziani – assicura – tutti quanti compagni di strada, genitori e figli, nonni e nipoti, appartenenti o meno alla stessa famiglia”.

L’ Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice

Proprio all’insegna di questo spirito di coesione sociale e dialogo intergenerazionale, Papa Francesco ha scelto di indire una Giornata che vede la terza età protagonista.
Il tutto, in un momento storico fortemente segnato dal dolore e dalla pandemia, alla quale proprio gli anziani hanno pagato il prezzo più caro, in ogni parte del mondo.
Le immagini di donne e uomini avanti negli anni morti soli, per i quali non è stato possibile neppure celebrare il funerale, rappresentano un vulnus per la Chiesa e per tutta la società.

L’ ISTITUZIONE DELLA GIORNATA

La ricorrenza si riproporrà ogni anno, nella quarta domenica del mese di luglio.
La celebrazione della prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani si colloca al centro dell’anno che il Pontefice ha dedicato alla famiglia, in occasione del quinto anniversario dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia.
Non si tratta di un caso, ma di una scelta precisa, che nasce dalla convinzione che gli anziani, anche coloro che non sono nonni, abbiano bisogno di un ambiente familiare in cui vivere.
Alle famiglie, a loro volta, tocca prendere coscienza del ruolo che i loro congiunti più avanti negli anni dovrebbero esercitare all’interno.
Una considerazione che appare scontata ma che non lo è, poichè nel mondo globalizzato le relazioni tra gli anziani e i familiari sono per molti versi deteriorate.

L’ AUSPICIO DELL’ ARCIVESCOVO DI PALERMO

Pandemia, ricerca di un nuovo protagonismo degli anziani e crisi dei rapporti familiari.
Questo lo scenario problematico nel quale si inserisce la ricorrenza.
“La Chiesa – spiega Monsignor Corrado Lorefice – ha scelto un modo semplice per avviare un cammino comune e alimentare la solidarietà”.
Fare festa, dunque, per aiutare le persone a non cedere allo sconforto e all’abbattimento.
“Consapevole della necessità di una riconciliazione tra generazioni – conclude l’ Arcivescovo – e delle prove vissute dagli anziani, la Chiesa non addita le mancanze degli uni o degli altri, ma indica la strada della celebrazione di un momento comune di gioia”.

Published by
Marianna La Barbera