“Non usatelo dopo la doccia, è cancerogeno”, il ministero dirama l’allerta: tua madre te lo ha messo addosso a chilate da bambino

Fare la doccia - fonte pexels - palermolive.it
Talco e acrilonitrile: nuove valutazioni sulla cancerogenicità secondo l’IARC: accusa per il cancro ovarico
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha recentemente classificato il talco come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2A). Questa decisione si basa su numerosi studi che mostrano un’associazione tra l’uso del talco nella zona perineale e un aumento dell’incidenza del cancro ovarico. Sebbene le prove epidemiologiche sugli esseri umani siano ancora considerate limitate, sono state ritenute sufficienti per suggerire un rischio potenziale, specialmente in presenza di contaminazioni da amianto.
Gli studi condotti sugli animali hanno offerto un quadro più chiaro: l’esposizione al talco ha provocato un aumento dell’incidenza di neoplasie maligne in diverse aree del corpo, in particolare nei polmoni e nelle ghiandole surrenali. Questi risultati, uniti a evidenze meccanicistiche rilevanti, rafforzano la posizione dell’IARC. È stato osservato, infatti, che il talco può indurre infiammazione cronica e alterazioni nella proliferazione e morte cellulare, due caratteristiche chiave degli agenti cancerogeni.
La valutazione del talco, tuttavia, non è priva di criticità. In molti studi sugli esseri umani, non è stato possibile escludere del tutto la contaminazione del talco con amianto, un noto cancerogeno. Inoltre, sussistono dubbi sulla precisione dei dati raccolti nei questionari epidemiologici, dove i soggetti devono ricordare e riportare l’uso passato di prodotti contenenti talco. Queste incertezze hanno impedito una conclusione definitiva sul legame causale tra talco e cancro ovarico.
Il talco è un minerale naturale ampiamente estratto e utilizzato in vari settori industriali e nei prodotti di consumo. La popolazione può esserne esposta tramite cosmetici, farmaci e alimenti, mentre i lavoratori dell’industria mineraria e manifatturiera sono a rischio per via dell’inalazione di particelle di talco. La possibilità di contaminazione con amianto, se non monitorata rigorosamente, continua a rappresentare una minaccia, soprattutto in ambito cosmetico.
Acrilonitrile: un rischio confermato
Oltre al talco, l’IARC ha aggiornato la classificazione dell’acrilonitrile, un composto organico volatile impiegato nella produzione di polimeri sintetici. L’acrilonitrile è ora inserito nel Gruppo 1, ossia “cancerogeno per l’uomo“, con prove solide che ne collegano l’esposizione professionale all’aumento del rischio di tumori, in particolare ai polmoni. Le evidenze derivano da studi su lavoratori di vari settori industriali esposti a questo composto.
Studi di coorte su larga scala hanno dimostrato che i lavoratori con una maggiore esposizione all’acrilonitrile mostrano una mortalità più elevata per cancro ai polmoni rispetto a quelli con esposizione minore. Anche negli animali, l’acrilonitrile ha causato un aumento dell’incidenza di tumori maligni in entrambi i sessi di due diverse specie. Questi dati consolidano il legame tra la sostanza e la cancerogenicità.
Vie di esposizione e popolazione generale
L’acrilonitrile non è pericoloso solo per chi lavora direttamente con il composto. È presente anche nel fumo di sigaretta, inclusa l’esposizione passiva, rappresentando quindi una minaccia anche per la popolazione generale. Un’ulteriore fonte è l’inquinamento atmosferico. Biomarcatori specifici dell’acrilonitrile sono stati identificati nei soggetti esposti, confermando la penetrazione della sostanza nell’organismo umano.
Le valutazioni dell’IARC sollevano interrogativi importanti sulla sicurezza di alcune sostanze largamente diffuse. Se nel caso dell’acrilonitrile le prove sono ormai consolidate, il talco richiede ulteriori indagini, soprattutto per escludere il ruolo dell’amianto come fattore confondente. Questi aggiornamenti scientifici dovrebbero orientare non solo la regolamentazione industriale, ma anche le scelte dei consumatori e le strategie di prevenzione sanitaria.