Multe, addio pignoramenti – Impossibile sfilarti 1€ col trucchetto del TFR | Non devi più soldi a nessuno

Multa (portaldiritto) - palermolive
Hai preso una multa ma non riesci a pagarla? Potrebbe esserci un modo legale per impedire il pignoramento dei tuoi soldi.
È una delle paure più comuni tra chi ha ricevuto cartelle esattoriali o solleciti di pagamento: il pignoramento. Basta una sanzione amministrativa rimasta impagata per ritrovarsi con i conti sotto attacco da parte dell’Agenzia delle Entrate o di altri creditori. E quando non si paga, la legge permette di recuperare i soldi forzatamente, anche da fonti “insospettabili”.
A preoccupare di più sono stipendio, pensione, conto corrente e perfino il trattamento di fine rapporto, cioè la liquidazione spettante alla fine di un contratto di lavoro. In molti pensano che il TFR sia un diritto intoccabile, da incassare interamente al momento del licenziamento o della pensione. E invece, anche qui, i creditori possono affondare i denti.
Ma esistono limiti precisi, strategie legali e accorgimenti capaci di impedire che ti venga sottratto tutto. E, in alcuni casi, la somma può addirittura restare completamente al sicuro. Basta sapere dove sta il trucco.
Pignoramenti: quando e come scattano
Il Codice di procedura civile, all’articolo 543, prevede la possibilità per il creditore di procedere al pignoramento presso terzi. In pratica: se hai uno stipendio, una pensione o un TFR in arrivo, e un creditore ha un titolo esecutivo (una sentenza o un decreto ingiuntivo), può aggredire quelle somme prima ancora che arrivino nelle tue mani.
È il caso, ad esempio, del pignoramento del TFR direttamente presso il datore di lavoro. La legge autorizza a trattenere una parte della somma per soddisfare il debito, ma impone dei limiti: non può essere aggredito più di un quinto della liquidazione. Il restante 80% deve comunque essere versato al dipendente.
Ma il discorso cambia completamente se il TFR viene accreditato sul conto corrente prima che il creditore lo intercetti. A quel punto, le regole diventano più complesse e, se non si fa attenzione, si rischia di perdere tutto.
Come salvare il TFR dal pignoramento
La buona notizia è che la legge tutela il cittadino, ma a determinate condizioni. Se il TFR viene accreditato prima della notifica del pignoramento, allora può essere aggredito solo nella parte eccedente il triplo dell’assegno sociale(1.359€ nel 2024). Questo significa che una parte minima resta sempre intoccabile.
Se invece la notifica del pignoramento avviene prima dell’accredito, allora il creditore può prendersi:
- L’intero TFR, in caso di debiti alimentari;
- La metà del TFR, se ci sono più creditori in concorso;
- Un quinto del TFR, per debiti ordinari (multe comprese).
Ma c’è un’eccezione ancora più interessante. Se il lavoratore ha scelto di destinare il TFR a un fondo pensione, la legge lo protegge interamente. In quel caso, il TFR non può essere pignorato perché viene trattato come risparmio previdenziale e non come retribuzione.E anche se il fondo pensione inizia a erogare prestazioni in forma di capitale o rendita, il creditore potrà agire solo su un quinto dell’importo, mai sull’intera somma. Una protezione pensata proprio per salvaguardare il futuro del lavoratore, anche in presenza di debiti.