A Mondello un’aiuola dedicata all’attore palermitano Luigi Maria Burruano

Amava Mondello, l’Addaura, Capo Gallo e tutti i luoghi che raccontavano la palermitanità, quella che lui aveva declinato visceralmente e senza filtri attraverso i suoi personaggi, interpretati spesso senza alcuna linea di confine tra l’uomo e l’attore. 

Palermo si appresta a omaggiare Luigi Maria Burruano, scomparso nel settembre del 2017, nella “sua” Mondello, borgata marinara della quale era originario, con l’intitolazione di un’aiuola spartitraffico in via Palinuro: una proposta avanzata da Ferdinando Cusimano (nella foto)  consigliere della VII Circoscrizione che comprende, appunto, Partanna – Mondello, Arenella – Vergine Maria, Pallavicino e Tommaso Natale-Sferracavallo. 

L’idea di Cusimano, capogruppo di Italia Viva in Consiglio, è stata accolta favorevolmente e votata all’unanimità dai colleghi : la proposta, ora, dovrà essere sottoposta all’iter previsto dalle norme e accolta da Mario Zito, assessore comunale titolare della delega alla Toponomastica. 

“Esprimo grande soddisfazione per il risultato ottenuto – dichiara Cusimano – e  ringrazio il presidente Giuseppe Fiore e i consiglieri che hanno votato l’atto di intitolazione”. 

“Burruano  –  sottolinea – è stato un uomo di spettacolo riconosciuto in Italia ed all’estero che merita memoria”. 

Con la sua carica graffiante, la sua malinconia, la passione dichiarata per Bacco e Venere, il genio e la sregolatezza che rappresentavano le caratteristiche predominanti della sua dimensione attoriale, Luigi Maria Burruano, figlio di un medico, da piccolo sognava di studiare pianoforte: una passione condivisa anche dal padre in cambio della promessa di conseguire, almeno, la licenza liceale. 

Il suo percorso artistico prende il via proprio da una compagnia di teatro amatoriale che si riuniva in uno scantinato per provare “Laria del continente”: “Gigi” – così amava essere chiamato – viene ingaggiato e, da lì, inizia a calcare i placoscenici teatrali nazionali, mettendo a disposizione il suo immenso talento anche per la settima arte e diventando, in breve tempo, l’attore palermitano dal tratto più riconoscibile, intenso e cinico, vivendo sempre a piene mani, senza soluzione di continuità tra pubblico e privato.

Era solito affermare di non avere rimpianti ma un solo desiderio: fare bene le cose che faceva, rifiutava l’appellativo di maestro e nutriva un forte disprezzo per il potere nell’accezione manipolativa del termine. 

Rancu Tanu di “Palermo, oh cara” e Luigi Impastato de “I cento passi” – dove recitò con il nipote Luigi Lo Cascio – rispettivamente al teatro e per il grande schermo, sono forse i suoi personaggi più apprezzati dalla critica ma la vita professionale di Burruano si è dispiegata attraverso pagine indimenticabili anche in tv: il successo popolare, infatti, giunse nel 1997 con la partecipazione a un episodio dell’ottava serie de “La piovra 8 – lo scandalo “. 

Impossibile elencare gli innumerevoli personaggi portati in scena, ma ebbe ruoli anche nei film “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore, “Nowhere” di Luis Sepúlveda, “Miracolo a Palermo!” di Beppe Cino, “Il ritorno di Cagliostro” di Daniele Ciprì e Franco Maresco e “Quo vadis, baby?” di Gabriele Salvatores.

 

Published by
Marianna La Barbera