Ma quale Jamaica, in Sicilia acqua del mare a 29°: un brodo primordiale | Per rinfrescarsi ti resta la doccia pubblica

Mare caldo - fonte grazia.it - palermolive.it
Giugno 2025, un mese molto caldo sin dall’inizio, la mappa delle temperature marine conferma l’anomalia
Giugno si è chiuso senza le classiche ondate di calore estremo, ma non per questo ha regalato tregua. Il primo mese dell’estate meteorologica ha mostrato una tendenza chiara: temperature stabilmente superiori alle medie, effetto diretto dell’azione prolungata del promontorio nord-africano sul bacino del Mediterraneo. Anche senza picchi eccezionali, l’assenza di un cambiamento nella circolazione atmosferica ha permesso al caldo di radicarsi sin dai primi giorni del mese, senza interruzioni significative.
Solo tra il 18 e il 20 giugno si è assistito a una fase più fresca e instabile, che ha interessato ampie aree dell’isola con temporali e piogge. È stata una breve eccezione in un mese dominato dalla staticità atmosferica, utile solo a tamponare per poco tempo una tendenza calda ben consolidata. Questo ha impedito un raffreddamento significativo del territorio, lasciando inalterato il quadro generale.
Particolarmente emblematico è stato l’andamento delle temperature superficiali del mar Mediterraneo. La mappa del 30 giugno mostra un quadro preoccupante: prevalenza di anomalie positive su tutto il bacino, con punte fino a +5°C rispetto alla media nei settori nord-occidentali. Anche attorno alla Sicilia, le acque si sono scaldate fino a 2-3°C oltre la norma, raggiungendo già a fine mese i 28-29°C. L’anticiclone africano, infatti, non solo riscalda l’aria ma trasmette calore diretto al mare, accentuando l’afosità sulle coste.
Un altro indicatore importante è quello delle temperature registrate in quota, alla pressione di 850 hPa, ovvero circa 1500 metri di altitudine. Il radiosondaggio di Trapani Birgi ha mostrato un andamento costantemente sopra la media del trentennio 1984-2024. Salvo qualche lieve flessione a metà mese, il caldo in quota è rimasto costante, con valori nettamente superiori alla norma. Questo aspetto è particolarmente significativo, poiché evidenzia come la massa d’aria calda abbia interessato non solo la superficie, ma anche gli strati più elevati dell’atmosfera.
Il Mediterraneo sempre più caldo perde la sua funzione mitigatrice
Un mare così caldo incide direttamente sul clima delle zone costiere. Normalmente, le brezze marine agiscono come un freno naturale al surriscaldamento, ma quando la temperatura dell’acqua è elevata, l’effetto mitigatore si annulla. Al contrario, l’umidità aumenta, amplificando il disagio percepito dalla popolazione e rendendo il caldo ancora più soffocante. L’accumulo di energia termica nei mari rappresenta inoltre un pericolo latente, capace di innescare fenomeni atmosferici intensi alla prima incursione di aria fresca.
Un altro dato significativo ha riguardato la quota dello zero termico, che tra il 29 e il 30 giugno ha raggiunto valori superiori ai 5400 metri. Ciò significa che anche oltre i 5000 metri di quota la temperatura non è mai scesa sotto lo zero. Questo ha conseguenze drammatiche per lo stato di salute dei ghiacciai alpini, sempre più esposti a periodi prolungati senza rigelo notturno, accelerando il processo di fusione anche alle altitudini più elevate.
L’anomalia climatica è costante, non episodica
Quello che più preoccupa non è la presenza di ondate di calore isolate, ma la costanza di uno scostamento termico sempre più radicato. Il mese di giugno appena concluso mostra una linearità inquietante: nessun picco eclatante, ma una persistenza anomala su valori sopra la media. È questa la nuova normalità climatica che si sta delineando: lunghi periodi caldi, pochi contrasti, mari sempre più caldi e ghiacciai sempre più fragili.
Giugno 2025 si inserisce dunque in un quadro più ampio, quello di un progressivo riscaldamento del clima mediterraneo. Anche in assenza di eventi estremi, la tendenza al sopra media costante segna il passo di un cambiamento ormai evidente. La sfida ora è comprendere come questa nuova realtà influenzerà il futuro del clima locale e globale, e quali strategie saranno necessarie per affrontarne le conseguenze, sia ambientali che sociali.