Lupo Terribile Preistorico: avvistato esemplare enorme nel parco cittadino | Si credeva estinto 12.000 anni fa
Lupo (Pexels) Palermolive
Novità importanti dal mondo della scienza, questa razza di lupo era scomparsa da migliaia di anni. Cosa è successo.
Le differenze tra il lupo preistorico e quello attuale risiedono principalmente nelle dimensioni e nella robustezza. Il lupo preistorico era generalmente più grande e con una costituzione più massiccia rispetto a oggi. Aveva mascelle più potenti e denti più robusti, adatti a predare megafauna ormai estinta.
Le origini del lupo moderno risalgono a diverse centinaia di migliaia di anni fa, evolvendosi da antenati comuni con altri canidi come il coyote e lo sciacallo. La sua diffusione originaria comprendeva gran parte dell’emisfero boreale: Nord America, Europa e Asia. Il lupo è anche l’antenato diretto del cane domestico.
In Italia è presente una sottospecie autoctona, il Canis lupus italicus, noto come lupo appenninico o lupo italiano. Si distingue per una taglia media inferiore rispetto al lupo grigio eurasiatico e per caratteristiche genetiche e morfologiche uniche.
Il lupo appenninico è distribuito lungo tutta la dorsale appenninica, dalle Alpi Marittime fino alla Calabria, con una presenza stabile e in aumento. Alcuni individui si sono dispersi anche sulle Alpi, sia occidentali che orientali, quest’ultime anche per l’arrivo di lupi eurasiatici provenienti dalla Slovenia.
Clonazione e desestinzione
La clonazione animale ha visto i suoi primi successi con anfibi negli anni ’50, culminando nel 1996 con la pecora Dolly, il primo mammifero clonato da cellula adulta. Successivamente, diverse specie di mammiferi sono state clonate, affinando la tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche e aprendo prospettive in vari campi.
Parallelamente alla clonazione di animali esistenti, la scienza sta esplorando la “desestinzione”, ovvero il tentativo di riportare in vita specie estinte. Approcci come l’utilizzo di DNA antico per la clonazione o la modificazione genetica di specie viventi imparentate sono in fase di studio. Sebbene le sfide tecniche ed etiche siano enormi, la desestinzione suscita grande interesse per il potenziale impatto sulla biodiversità.
Riportato in vita il lupo di 12.000 anni fa
Un gruppo di scienziati ha riportato in vita il lupo gigante, estinto da oltre 12.500 anni, attraverso avanzate tecniche di ingegneria genetica. Utilizzando DNA antico estratto da fossili, hanno modificato geneticamente cellule di lupo grigio, creando embrioni impiantati in cagne surrogate. Il risultato sono tre cuccioli, Romulo, Remo e Khaleesi, nati tra ottobre 2024 e gennaio 2025, che presentano caratteristiche fisiche simili al lupo estinto.
Questi esemplari vivono in una riserva protetta negli Stati Uniti e rappresentano il primo caso documentato di “desestizione” di una specie. Tuttavia, alcuni esperti sottolineano che si tratta di ibridi geneticamente modificati, non di veri lupi giganti. Il progetto mira anche a riportare in vita altre specie estinte, come il mammut lanoso e il dodo.