Lavoro, addio al colosso dell’industria italiana: sul lastrico migliaia di dipendenti | Ecco che fine ha fatto il celebre marchio

Fallimento (Pixabay) PalermoLive
Ennesima grande azienda che negli ultimi anni ha dovuto chiudere i battenti per i grossi problemi economici. Cosa è successo.
Quando un’azienda si trova in una situazione di grave difficoltà finanziaria e non è più in grado di far fronte ai propri debiti, può incorrere nel fallimento (ora chiamato liquidazione giudiziale). Questa procedura legale comporta l’accertamento dello stato di insolvenza da parte di un tribunale.
Una volta dichiarato il fallimento, l’azienda viene posta sotto la gestione di un curatore fallimentare nominato dal tribunale. Il curatore ha il compito di prendere possesso dei beni dell’azienda, redigere un inventario e un bilancio, e procedere alla loro liquidazione per soddisfare, nei limiti del possibile, i creditori secondo un ordine di priorità stabilito dalla legge.
Le cause che portano al fallimento di un’azienda possono essere molteplici e spesso interconnesse. Tra le più comuni si annoverano una gestione finanziaria inadeguata, una strategia di mercato errata, un eccessivo indebitamento, la perdita di competitività, eventi economici esterni sfavorevoli o una combinazione di questi fattori.
Il fallimento ha conseguenze significative per tutti gli elementi coinvolti. L’imprenditore perde il controllo della propria attività e del proprio patrimonio, i dipendenti perdono il lavoro, e i creditori rischiano di non recuperare integralmente i propri crediti. La procedura fallimentare mira a gestire in modo ordinato questa situazione critica, cercando di minimizzare le perdite per tutti i soggetti interessati.
Tanti grandi aziende fallite negli ultimi anni
Negli ultimi anni, anche aziende di grande rilievo e con una lunga storia alle spalle hanno dovuto affrontare il fallimento. Un esempio emblematico è quello di Toys “R” Us, la storica catena di giocattoli americana, che nonostante la sua popolarità non è riuscita a competere con l’e-commerce e i cambiamenti nelle abitudini di acquisto, dichiarando bancarotta nel 2017.
In Italia, si possono citare casi come quello di Almaviva Contact, una delle principali aziende di call center, che ha attraversato periodi di crisi e ridimensionamenti significativi. Anche nel settore manifatturiero, aziende storiche legate a specifici territori hanno subito processi di liquidazione o ristrutturazione complessa a causa di difficoltà economiche e di mercato.
La situazione de “La Perla”
La Perla è un’azienda italiana di lingerie di lusso, nata nel 1954 a Bologna grazie all’intuizione di Ada Masotti. Nel corso degli anni, si è affermata come un simbolo del Made in Italy nel settore dell’intimo e dell’abbigliamento da mare, evolvendosi nel tempo pur mantenendo un’attenzione elevata alla qualità e all’eleganza.
Nell’aprile del 2024, il Tribunale Civile di Bologna aveva disposto l’apertura della liquidazione giudiziale per La Perla. Questa decisione seguiva la dichiarazione di fallimento, avvenuta a gennaio, della La Perla Global Management Uk, la società inglese proprietaria del marchio. Tuttavia, la liquidazione è stata scongiurata grazie all’avvio di una procedura di amministrazione straordinaria decretata dal tribunale bolognese, permettendo all’azienda di proseguire l’attività tramite un piano di risanamento del debito.