Politica

La rivelazione di Calogero Mannino: «Riina e Provenzano al congresso della Dc»

Nella biblioteca Lucchesiana di Agrigento nei giorni scorsi si è svolto un convegno organizzato dal ‘Centro studi Evangelium vitae’, diretto da Enzo Di Natali, che aveva come tema: «Il congresso regionale della Democrazia cristiana del 1983 ad Agrigento e l’espulsione dei Corleonesi di Ciancimino — la scelta coraggiosa dei quarantenni democristiani». Vi hanno partecipato diversi esponenti Dc dell’epoca: Enrico La Loggia, Lillo Pumilia, Angelo La Russa e Rino La Placa. Era presente anche Calogero Mannino, uno dei maggiori esponenti del partito in Sicilia ed ex ministro. Per anni si è dovuto difendere dalle accuse di aver favorito Cosa nostra e di aver agevolato la cosiddetta “Trattativa Stato—Mafia”. Accuse dalle quali, dopo una lunga serie di processi dalle fasi alterne, è stato completamente scagionato.

Mannino: «Riina e Provenzano alloggiavano vicino al Congresso»

Quando Mannino ha preso la parola, ha fatto una clamorosa dichiarazione. Ha rivelato che quarant’anni fa, nel 1983, durante un Congresso della Democrazia Cristiana che si svolgeva ad Agrigento, Totò Riina e Bernardo Provenzano, che già erano due pericolosissimi latitanti, si trovavano nella Città dei Templi, cercando di influenzare le scelte politiche del principale partito italiano dell’epoca. Mannino, facendo riferimento alle dichiarazioni del mafioso pentito Gioacchino Pennino, medico ed esponente della Dc, ha ricordato che secondo questa ricostruzione i due capi di Cosa nostra, già in clandestinità, alloggiavano in un albergo del Villaggio Mosè, che si trovava di fronte al Jolly Hotel, sede del congresso.

L’espulsione di Ciancimino

Riina e Provenzano avrebbero avuto contatti con alcuni esponenti della corrente di Ciancimino, per informarsi sull’andamento dei lavori. Evidentemente erano interessati a influenzare l’andamento del Congresso. Cioè, i due boss con la loro presenza volevano impedire l’espulsione dalla Dc dell’ex sindaco di Palermo e referente politico dei boss corleonesi. Ma non ebbero successo: il congresso di Agrigento del 1983, oltre ad emarginare Ciancimino, fece anche una precisa scelta politica, eleggendo come segretario Giuseppe Campione, che l’anno successivo divenne presidente della commissione regionale antimafia.

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Redazione PL