Cronaca di Palermo

La Italo Belga si difende con un VIDEO: “Mondello non è la spiaggia di Cosa Nostra”

La società balneare Italo Belga respinge le accuse di interazioni e legami mafiosi, raccontati qualche giorno fa nella trasmissione Lo stato delle cose di Giletti. A parlare, con un video, è Antonio Gristina, presidente della società che opera nella spiaggia palermitana per eccellenza. “Mondello non è la spiaggia di Cosa nostra. Prosegue la violenta e ingiustificata campagna denigratoria in pregiudizio contro di noi”, dice Gristina all’inizio del proprio firmato e attraverso anche una lettera pubblica.

I guai mediatici per la Italo Belga iniziano in estate con le proteste per i tornelli e la barriere di passaggio per i bagnanti, poi rimossi. Simbolo di questa sommossa è il video di Ismaele La Vardera e Matteo Hallissey con il loro ombrellone introdotto tra quelli gialli e recintati della Italo Belga. Uno dei lavorati della Italo Belga, ripreso nel filmato in questione mentre rompe l’ombrellone e si agita contro i due politici, sarebbe l’autista di un boss mafioso, in base alle fonti di La Vardera raccontate nell’ultima puntata de Lo stato delle Cose di Massimo Giletti.

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Accuse negate dalla società: “La Italo Belga, che direttamente e in piena autonomia gestisce la spiaggia di Mondello, respinge con fermezza le illazioni e le ricostruzioni capziose che nulla hanno a che fare con la realtà della società. Operiamo da sempre nel pieno rispetto delle leggi e con tutte le autorizzazioni necessarie” La società sarebbe pronta anche un confronto con i due enti principali, il Comune e la Regione.

Abbiamo chiesto al prefetto – aggiunge la Italo Belga – un confronto formale e alla Regione e al Comune di Palermo l’apertura di un tavolo tecnico e di confronto, utile a chiarire ogni ipotetico dubbio e a condividere atti e documenti con le autorità competenti. Noi lavoriamo alla luce del sole. Il mandato conferito ai nostri legali serve al solo scopo di chiarire l’assoluta estraneità della società a qualsivoglia contesto criminale e di intervenire nelle sedi opportune contro accostamenti diffamatori”.

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Alessandro Morana