Primo piano

Dall’inferno al paradiso, tra mille emozioni e lacrime di gioia

Si potrà ricordare come una delle mezze ore più palpitante della storia rosanero quella che va dal minuto 58 sino al termine della partita. Dall’inferno al paradiso sono passati i trentatremila del Barbera e chi la gara la seguiva da casa. È stato un susseguirsi di emozioni forti. L’Entella era riuscita nell’impresa, quella di ribaltare il risultato dell’andata e accarezzare il sogno di disputare la semifinale dei playoff. Lo aveva fatto grazie ad un rigore dubbio e ad un gol trovato con la complicità di Massolo e di mezza difesa rosa. Ma loro, i trentatremila, hanno continuato ad incitare la squadra prendendola per mano e spingendola dalle parti di Borra alla ricerca di quel gol che avrebbe cambiato tutto.

I CAMBI DI BALDINI DECISIVI PER LA RIMONTA

Baldini ha cambiato gli uomini in campo e proprio nei subentrati ha trovato energie fino a quel momento sparite. La caparbietà di Crivello nel volere a tutti i costi mettere un pallone in mezzo, la difesa dello stesso da parte di Fella dall’intervento di un difensore e la precisione di Soleri nel trovare l’angolo lontano hanno fatto esplodere il Barbera. Ma c’era ancora partita da giocare e i rosa l’hanno interpretata nel modo in cui volevano i loro tifosi. Ancora in avanti, ancora con la voglia di affermare chi fosse il più forte ed ecco il gol di Peppe Fella, quello che non ti aspetti, quello che ti restituisce quanto ti era stato tolto.

IL BARBERA FORTINO ROSANERO

Il Palermo vola in semifinale e mantiene la sua imbattibilità interna. Il Barbera non si espugna quest’anno e alla fine della stagione sarà considerato l’arma in più dei rosanero. Il popolo degli spalti ha tributato il giusto ringraziamento ad una squadra che ha saputo reagire con il cuore e non avrebbe mai voluto staccarsi dai suoi gladiatori.

E poi una immagine, che merita di diventare iconica: le lacrime di liberazione di Dario Mirri ai microfoni di Rai Sport hanno emozionato anche i più accaniti detrattori di un presidente al quale è stato imputato tanto, troppo, ma che è innegabilmente il primo dei tifosi della squadra della sua città e che con grande umiltà ha risposto ad una domanda affermando che il merito di avere riportato entusiasmo tra la gente è solo della squadra e del suo mister. Non ha cavalcato la tigre del successo non prendendosi alcun merito ma siamo certi che in tanti aspettano una data che non pronunciamo per dirgli grazie.

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Affiance Service