Cronaca di Palermo

Travolto da un’auto pirata, Emanuele Magro non ce l’ha fatta: “Non ci sono parole, solo tanta tristezza”

Dolore e rabbia a Palermo per la morte di Emanuele Magro, il giovane di 33 anni che si è spento all’ospedale Civico dopo un’agonia lunga cinque giorni. Il ragazzo era stato travolto da un’auto pirata su via Ernesto Basile nella notte tra il 22 e il 23 novembre: i sanitari del 118 lo avevano soccorso e trasportato in codice rosso presso il nosocomio.

Purtroppo nel corso dei giorni le condizioni di Emanuele sono andate via via declinando. Ora la notizia della morte, che getta nello sconforto quanti lo hanno conosciuto ma in generale l’intera città, che si trova a piangere un’altra giovane vittima della strada.

Travolto da un’auto pirata, rabbia e dolore per la morte di Emanuele Magro

“Te ne sei andato così all’improvviso, mancherai a tutte le persone che ti volevano bene e sono tante, tantissime perché tutti sapevano che ragazzo d’oro eri – si legge in uno dei post che su Facebook ricordano il 33enne -. Non ci sono parole c’è solo tanta tristezza. Riposa in pace 🙏🏻🕊️❤️ Non doveva andare così, nessuno merita di andare via così ma soprattutto tu non lo meritavi!”. 

La Procura ha aperto un fascicolo per accertare le circostanze che hanno determinato il ferimento e la successiva morte di Emanuele Magro. In via Ernesto Basile quella notte erano intervenuti gli agenti dell’Infortunistica stradale, che hanno avviato le indagini per rintracciare il pirata della strada, esaminando anche le immagini delle telecamere che si trovano nella zona.  

“Sto pensando quanto la vita è crudele! Caro Emanuele Magro abbraccia forte la tua mamma che ti mancava tanto!
Ragazzo con un’anima buona, a Dio amico mio, riposa in pace!”, recita un altro post. In questi giorni la speranza era stata quella di una ripresa, che purtroppo non c’è stata: “Che dispiacere che mi stai dando – scrive un collega -. Fino all’ultimo ho sperato, domenica sono venuto per vederti ma con scarsi risultati, stamattina finito di lavorare il mio pensiero, collega mio, sei stato, tu ero con quella grinta di poterti trovare in stanza. Invece no! Sono arrivato e ho visto il gelo e la notizia mi ha davvero toccato molto. Ti ricorderò sempre collega mio, ti voglio immaginare adesso dove sei con la tua cara mamma”.

Non manca chi chiede giustizia: “Non si può morire così, per delle bestie che ci sono nella strada”.

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Published by
Gina Lo Piparo